Il Canton Ticino, tra la Svizzera oltre il Gottardo e l’Italia, è l’unico cantone della Confederazione elvetica ad essere esclusivamente italofono. Un luogo incantevole per le sue bellezze naturali, con un clima mite e un’efficiente organizzazione territoriale. Da tempo è considerato un buen retiro per la terza età o terra di vacanze per gli over 60. Un luogo, insomma, dove è piacevole invecchiare.
Il Canton Ticino, “un paese per vecchi”
Secondo il rapporto pubblicato dall’Ufficio Federale di Statistica (UST), qui l’aspettativa di vita è più alta di un anno rispetto alla media degli altri Cantoni e il tasso di mortalità è dello 0,4% più basso. In Ticino il 22,6% degli abitanti ha già compiuto 64 anni: un record a livello nazionale. Dai dati recentemente pubblicati sul web dall’UST, aggiornati a fine 2018, il Ticino sale a pieno titolo sul podio per numero di centenari rispetto al resto della popolazione elvetica. Nel Cantone, infatti, si contano 33 centenari ogni 100.000 abitanti. Al primo posto troviamo la città di Basilea con 38 casi e al secondo il Giura, con 35. Dati molto distanti dalla media nazionale che si attesta a 18. L’82% di loro sono vedovi, il 9% è sempre restato celibe, mentre il 4% risulta sposato. Tendenza confermata anche da uno studio condotto dall’Ufficio Cantonale di Statistica, che prevede che nel 2040 gli over 65 rappresenteranno il 31,4% della popolazione e gli ultraottantenni l’11,1% .
L’invecchiamento attivo e l’importanza dei rapporti intergenerazionali
Giampaolo Cereghetti è il presidente dell’Associazione Ticinese Terza Età (ATTE). Intervistato dalla stampa locale ha sottolineato l’importanza di questo fenomeno e le politiche più adatte a sostenerlo: «Bisognerebbe valorizzare il più possibile – ha affermato – il ruolo degli anziani nella società, permettendo loro di rimanere il più attivi possibile. Gli anziani non devono essere destinati all’isolamento, perché c’è tutta una parte di anzianità che è fatta di persone che hanno dato molto al Paese».
Il presidente dell’ATTE è certo che la giusta strategia passi attraverso i rapporti intergenerazionali: «Non dobbiamo ghettizzare gli anziani, ma permettere lo scambio tra le generazioni. Ad esempio ripensando il concetto di abitazione per concepire luoghi in cui venga ricreato il senso di comunità, tramite il quale anche l’anziano possa dare il suo contributo. Molti di loro, anche centenari, sono ancora lucidi e hanno moltissimo da dare. Durante la crisi del coronavirus, abbiamo visto molta solidarietà nei confronti degli anziani. L’auspicio è che questo valore non vada perso».
Tra le politiche per la terza età in Canton Ticino c’è anche l’abitare
La politica cantonale prevede che si aiutino gli anziani a restare al proprio domicilio il più a lungo possibile. A questo proposito, si segnala un trend che prevede l’incremento della costruzione di appartamenti a misura di anziano. Una formula intermedia tra l’abitare al proprio domicilio e la residenza per anziani.
Queste soluzioni garantiscono agli anziani una propria dimora con il beneficio di prestazioni assistenziali e di una vita relativamente autonoma. Per evitare ogni tipo di “ghettizzazione”, gli appartamenti per la terza età non devono forzatamente essere situati in uno stabile riservato agli anziani. Al contrario, sarebbe auspicabile trovassero posto in un quartiere intergenerazionale. «Sì, perché – aggiunge Cereghetti – è proprio in questa dinamica di unione fra generazioni, che si immagina possa esserci un’utilità dell’anziano. Questi potrebbe, ad esempio, curare i bambini mentre i genitori fanno la spesa o lavorano».
In questa logica di scambio è poi importante ragionare sulle diverse forme possibili di interazione tra le fasce di età.
Su queste basi, ad esempio, in Ticino da qualche tempo è nata la figura del custode sociale. Si tratta di una persona di riferimento in uno stabile, che può essere contattata in qualsiasi momento dagli inquilini anziani e che può fornire loro prestazioni di cura, ma anche organizzare attività di animazione e socializzazione.
Il progetto “Regione solidale”, un inventario dei bisogni
In futuro il Ticino prevede di incrementare la distribuzione dei servizi in maniera omogenea sul territorio. Da un paio d’anni è proprio in una regione periferica (nel territorio dei due piccoli Comuni di Airolo e Blenio) che si sta sperimentando il progetto della cosiddetta Regione solidale. L’idea è di creare, grazie a un’indagine basata sull’incontro con le persone, una specie di inventario dei bisogni. Perché, come affermano gli ideatori, “non è detto che il bisogno di chi abita nelle città sia uguale a quello di chi abita in una zona più rurale”.
Insomma, la terza età è nel cuore di questa piccola parte d’Europa, con i laghi e le montagne a far da sfondo ad una vita longeva. Un Paese dove vivere cent’anni non è più solo una speranza, ma un traguardo raggiungibile per molti.
(Foto: Roman Babakin/Shutterstock.com)
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