Da quel momento il fenomeno è esploso con talent show, cori, scuole di musica.
Canto corale, a cappella, gregoriano, non importa: i benefici sono riscontrabili sia a livello fisico che psicologico.
Dal punto di vista fisico il canto migliora i sintomi della malattia di Parkinson e di quelle polmonari. I ricercatori dell’università di Cardiff hanno scoperto che i pazienti affetti di cancro ai polmoni, impegnati in canto corale, hanno maggiori capacità respiratorie rispetto a chi non lo fa.
La voce dei malati di Parkinson che cantano in cori appositamente creati, è migliorata grazie all’uso prolungato della respirazione profonda e delle corde vocali.
Inoltre far parte di un coro stimola un aumento dell’ossitocina, l’ormone che agisce su stress e ansia, stemperandoli.
SINTESI DI: La magia della voce il potere del suono, Maria Cristina Righi, Salus (Inserto mensile del Resto del Carlino), 1, 27, 2021
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