Il camping conquista gli italiani, che scelgono l’aria aperta ma senza rinunciare alle comodità.
Secondo i dati di Federconsumatori l’estate 2022 registra un boom di prenotazioni nei campeggi. Le stime parlano di un aumento delle presenze di circa il 6% rispetto alla scorso anno. In testa alle regioni più gettonate per un soggiorno open air troviamo la Toscana, poi Veneto, Puglia, Sardegna e Marche. Le più apprezzate sono le strutture che accolgono animali domestici e quelle che si trovano vicino al mare. Il 63% degli utenti sceglie il villaggio, il 16% il glamping, il 12% il camping vero e proprio e solo il 9% affitta una piazzola per camper. È evidente, dunque, che la maggioranza dei viaggiatori si orienta verso un soggiorno en plein air senza però rinunciare alla comodità.
Quella (insopprimibile) voglia di libertà
Il recente successo dei campeggi nasce in risposta alla voglia di plein air che percorre l’Italia degli anni ’70, compressa tra austerity e desiderio di trasgressione. Sorgono così le prime aree più o meno attrezzate, che nel tempo, alle originarie piazzole vista mare o montagna, aggiungono il minimarket e la pizzeria. Un turismo spartano e avventuroso – un po’ per scelta un po’ per bisogno – fatto di tende, camper o roulotte per tutte le tasche. Erano i tempi in cui qualcuno, cedendo in toto al desiderio di libertà, azzardava persino il campeggio libero, sistemandosi in zone appartate e tranquille, magari nella stazioncina di un benzinaio ospitale o in una baia riparata sul mare.
Le nuove frontiere dell’open air
Per gli analisti quella del camping è oggi una scelta dettata in buona parte dalla crisi e dai rincari causati dall’epidemia. Forse, ma non solo. Se da un lato infatti la pandemia ha spinto le persone verso l’ideale di una vacanza sostenibile e di prossimità, più a contatto con la natura, dall’altra l’offerta dell’open air ha cambiato faccia. E, grazie alla tecnologia, si è adeguata alle nuove esigenze. Così accanto a tende e camper sempre più futuristici (e di certo non economici), strizza l’occhio anche alla sharing economy. Come dimostra il boom di Yescapa e Goboony, piattaforme internazionali per l’affitto dei camper.
Un occhio al lusso e al benessere: il glamping
Che il nuovo concetto di camping includa agi e comodità lo testimonia il successo del glamping (parola nata dalla fusione di glamour e camping). Esperienze di campeggio lussuose, rigorosamente eco-friendly, accompagnate da una serie di servizi, alcuni in stile resort. Il termine è nuovo ma il concetto è antico e rimanda ai safari dei ricchi viaggiatori che negli anni ’40 percorrevano l’Africa con tanta voglia di avventura e un bagaglio di comodità. Nelle loro tende infatti non mancava il fasto: dallo champagne alle vasche pieghevoli per il bagno, all’elettricità ottenuta dai nuovi generatori portatili. Il glamping odierno combina i comfort del passato alla tecnologia del presente ed offre strutture come yurte, pod (una sorta di capanne in legno), tende a cupola, roulotte vintage, rimorchi vintage, tende da safari, tent cabin e case sugli alberi. Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti.
Un ritorno alla natura
Per soggiornare in un camping non è necessario essere proprietari di una tenda o di un camper, ma è possibile anche scegliere tra bungalow e chalet in legno, dove ritrovare una sorta di confort casalingo. Mini appartamenti dotati di bagno e cucina completa di utensili, frigorifero, aria condizionata e, in qualche caso, anche di una veranda. Una vacanza in campeggio non è scevra da romanticismo. Vuol dire vivere in contatto stretto con la natura, svegliarsi col canto degli uccelli e addormentarsi col sottofondo dei grilli o della risacca del mare. Ma anche passare la notte sotto il cielo stellato, lontano dalle luci dei centri abitati, ed essere liberi di spostarsi ogni giorno in un posto diverso.
Non è tutto oro…
Certo, bisogna mettere in conto qualche compromesso. A partire dalla privacy, anzitutto. Le piazzole e i bungalow, a volte, sono ravvicinati e gli spazi e i servizi (come le docce) sono in comune. Alloggiare in un camping può significare dover portare tutto con sé, sistemare e smontare la tenda e spesso non poter contare su un frigo personale. Situazioni da tenere in considerazione se si è campeggiatori “alle prime armi”. C’è poi il fattore green, forse il vero motore di questa scelta. Ma la natura, insegna Leopardi, è anche matrigna. Bisogna quindi tenere conto di eventuali allergie, punture di insetti e del troppo sole o degli acquazzoni che possono mettere a dura prova il soggiorno in tenda. Tutti aspetti da valutare con cura prima di gettarsi in un’avventura all’aria aperta. Con buona pace dei grilli e degli uccellini.
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