Sono marito e moglie, viaggiano insieme da più di 35 anni. In vista del Giubileo 2025 hanno percorso un itinerario speciale sui passi di Francesco, grazie a Free Wheels e NoisyVision
Immaginate di percorrere il Cammino di Santiago, calcando l’antica via che ha guidato milioni di pellegrini verso Compostela. Spiritualità e cultura sono gli elementi che si incontrano su numerosi percorsi europei e italiani. Tra questi la Via Francigena, che conduce a Roma in un viaggio tra i paesaggi mozzafiato della Toscana, le pianure della Lombardia e le colline del Lazio, e la Via Francisca, che segue le orme di San Francesco offrendo un’esperienza di profonda connessione con la natura. Ogni cammino è un invito a scoprire sé stessi che coinvolge oltre 450.000 persone l’anno (di queste, 400.000 percorrono le diverse varianti del Cammino di Santiago, con il Camino Francés che rimane il più popolare, e circa 50.000 persone hanno camminato lungo la Via Francigena). Esperienze, però, non sempre accessibili a tutti. Per questo, Free Wheels, associazione di volontariato che aiuta persone con esigenze specifiche ad affrontare itinerari a piedi e in bicicletta, si spende dal 2012 per rendere i cammini italiani ed europei sempre più fruibili: dal percorso vero e proprio fino all’offerta ricettiva e di servizi. L’ultimo di questi itinerari è stato quello dal titolo “Sui passi di Francesco. In cammino per l’inclusione e la pace”, organizzato con l’associazione NoisyVision che sostiene l’empowerment delle persone con disabilità visive e/o uditive. Un percorso che ha attraversato Marche, Umbria e Lazio in 11 tappe, fino ad arrivare in piazza San Pietro per l’udienza con papa Francesco. Sulla scia delle traversate avvenute nel 2022 e nel 2023, sono stati 8 i partecipanti che hanno affrontato strade asfaltate o sterrate, salite e discese. Tra loro anche Mara Stefan e Tiziano Bottaro (entrambi 62 anni), sposati da 35 anni, che hanno affrontato insieme il cammino.
«Uno dei nostri desideri è sempre stato quello di percorrere il Cammino di Santiago – racconta Mara, che ha affrontato il percorso sui passi di Francesco in carrozzina -. Per questo qualche anno fa sono venuta a conoscenza di Pietro Scidurlo (presidente di Free Wheels, ndr): lui aveva già intrapreso il Cammino di Santiago varie volte, tracciando in un libro i percorsi accessibili in carrozzina. Dopo esserci sentiti per qualche tempo virtualmente, lo scorso anno ho avuto modo di conoscerlo qui in Veneto. In quell’occasione ho raccontato che io e mio marito abbiamo fatto vari percorsi in cui io ho utilizzato un propulsore per rendere elettrica la carrozzina. Così, Pietro ci ha chiesto di aggregarci per altre iniziative e a gennaio abbiamo subito dato disponibilità per partecipare a “Sui passi di Francesco, in cammino per l’accessibilità e la pace”, organizzando man mano il percorso tramite chiamate e videochiamate».
Tiziano, dal canto suo, ha partecipato pedalando in tandem con Dario, un ragazzo ipovedente. «A me piace andare in bici, ma l’esperienza del tandem non l’avevo mai fatta e pedalare con qualcuno dietro non è ovviamente la stessa cosa – racconta -. È stato molto bello perché sono stato gli ‘occhi’ di Dario: ho avuto la responsabilità e il privilegio di essere il guidatore e di condurre una persona che si è totalmente affidata a me».
Un’esperienza che aiuta a creare una grande sintonia, come conferma Mara: «È stato bellissimo per tanti motivi: nonostante i membri del gruppo non si conoscessero si è subito creato un bel feeling e siamo diventati molto affiatati. E poi è stato molto suggestivo percorrere le strade in cui è stato San Francesco. Certo, ci sono stati anche momenti difficili, soprattutto per chi ci doveva aiutare. Alcuni tratti erano troppo ripidi e pericolosi per chi era in carrozzina. Inoltre, è capitato più volte che gli alloggi non fossero adeguati e ci fosse bisogno di portare le valigie o si avesse difficoltà ad accedere al bagno. Io stessa, che per brevi periodi posso alzarmi dalla sedia, ho aiutato dei compagni in difficoltà per quanto mi è stato possibile». Una serie di problematiche che Mara incontra anche quando va in vacanza: «Quando viaggio devo avere degli accorgimenti in più perché non sempre le strutture sono adatte e così mi trovo a controllare il piano della stanza o la presenza dell’ascensore. Cose non scontate che a volte mi hanno spinto a rinunciare a visitare qualche posto o a dover pagare un supplemento».
Tiziano e Mara, che viaggiano insieme da più di 35 anni, raccontano quanto spesso accada di trovarsi davanti a delle vere e proprie ingiustizie. «Alla fine di questo viaggio siamo arrivati a Roma, che avevamo visitato già altre volte e quasi sempre con i mezzi pubblici – dice Tiziano -. Spesso abbiamo trovato stazioni con ascensori guasti, senza alcuna indicazione di quando sarebbero stati riparati, e siamo stati costretti a ricalcolare le tappe del viaggio. Quando viaggiamo veniamo spinti verso un turismo ‘lento’, nel senso che il viaggio incontra più volte piccole battute d’arresto a causa degli ostacoli». Una situazione che si ripete anche in città più piccole, creando un senso di frustrazione e impotenza. «In questo senso, noi “comuni mortali” possiamo fare poco, ma ci sono occasioni in cui dobbiamo utilizzare il buon senso. Ad esempio, possiamo non parcheggiare nei posti riservati a persone disabili anche solo per il tempo di una commissione; possiamo non lasciare auto o scooter o bici e monopattino a noleggio sui marciapiedi o sulle rampe di salita e discesa perché costringono a fare deviazioni pericolose. Ancora, chi gestisce una struttura ricettiva può pensare alla costruzione di rampe o a porte più larghe per il passaggio delle carrozzine». Accorgimenti che renderebbero davvero il turismo più accessibile a tutti.
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