L’impatto della crisi climatica riguarda tutti. Gli effetti sugli anziani, però, possono essere maggiori. Per questo l’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu ha aperto un’ampia consultazione.
Quali sono gli effetti del cambiamento climatico sui diritti umani delle persone anziane? L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) ha aperto una consultazione globale che include non solo gli Stati, ma anche le organizzazioni e le associazioni impegnate nel benessere dei senior. Qual è l’obiettivo?
Come spiega l’Alto Commissariato, gli effetti del cambiamento climatico hanno una vasta gamma di impatti negativi sui diritti umani. Questi ricadono in modo più pesante su coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità, a causa di fattori geografici e sociali, ma anche legati all’età. Le persone anziane, specie se con disabilità, sono tra quelle più colpite dai danni legati al clima. Sono più vulnerabili rispetto alla trasmissione di virus (lo abbiamo visto con la pandemia da Covid-19), alle ondate di calore e ad altri eventi climatici estremi. Allo stesso tempo, le persone anziane possiedono conoscenza, esperienza e resilienza. Grazie a queste risorse, hanno dimostrato, nel mondo, una grande capacità di adattamento alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in questi dodici mesi. I senior, quindi, possono giocare un ruolo attivo per affrontare gli effetti del cambiamento climatico e mettere al centro il rispetto dei diritti umani. Dal 2015 l’OHCHR produce studi sulla crisi climatica e l’impatto sui diritti umani e finora sono stati indagati gli effetti sull’infanzia, la salute, le migrazioni, gli effetti sulle donne e sulle persone con disabilità. L’obiettivo degli studi è incoraggiare i Governi a intraprendere politiche coerenti e adeguate, adottando programmi ambiziosi di adattamento non discriminatori. Così, è partita anche la consultazione su cambiamento climatico, diritti umani e popolazione in età avanzata. Tra i contributi all’attenzione dell’Alto Commissariato c’è quello di Age Platform Europa, la piattaforma europea dedicata ai senior, alla quale aderisce anche l’Associazione 50&Più. «Le persone anziane non sono un gruppo omogeneo e il cambiamento climatico non può che avere un impatto diverso sugli anziani a seconda del loro specifico contesto socioeconomico, del luogo di vita, se lavorano o sono in pensione, se sono in salute o meno. Se vivono nelle zone rurali oppure in città», sottolinea Age nel suo documento. Per questo le risposte all’impatto del cambiamento climatico sui diritti umani di questa fascia di popolazione debbono essere diversificate e tenere conto dei vari contesti di vita, oltre che di genere. Inoltre, i senior possono essere colpiti in misura maggiore, se non sproporzionata dai cambiamenti climatici, a causa anche di altri fattori: l’esclusione digitale e l’ageismo (discriminazione basata sull’età). «Si tratta di fattori – precisa Age – che provocano l’emarginazione in molti ambiti della vita. In caso di ondate di calore, inondazioni o incendi, le persone anziane, specialmente quelle con problemi di mobilità, possono ritrovarsi sole in queste situazioni di emergenza. I sistemi di informazione, allerta e prevenzione disponibili solo su App o tramite mezzi digitali escludono gli anziani che non vi hanno accesso o che hanno una scarsa alfabetizzazione digitale. Pertanto, è fondamentale intervenire su ogni forma di esclusione e attivare un processo di coinvolgimento per affrontare il cambiamento climatico a livello di prevenzione e pianificazione degli interventi. Sono necessarie anche azioni di responsabilizzazione su come gli anziani possono migliorare il proprio stile di vita».
Esiste ormai un’ampia letteratura sugli impatti maggiori del mutamento climatico sugli over. A sottolinearlo l’International Association of Gerontology & Geriatrics. Nel documento nelle mani dell’Alto Commissariato si sottolineano gli effetti dell’aumento della temperatura: un solo grado in più è causa di una maggiore mortalità degli anziani per problemi cardiovascolari, respiratori e cerebrovascolari. Non solo, la percentuale di persone in età avanzata con diabete è più che raddoppiata dal 1980 e l’aumento della temperatura rappresenta un ulteriore fattore di rischio per coloro che soffrono di questa patologia. A questo si aggiunge la crescita degli eventi climatici estremi. Negli ultimi quattro decenni, la loro frequenza è aumentata di quasi tre volte, da oltre 1.300 eventi nel 1975-1984 a quasi 4.000 nel 2005-2014. Questi eventi colpiscono le popolazioni più anziane in misura maggiore e sproporzionata. Con l’uragano Katrina del 23 agosto del 2005, che colpì lo stato della Louisiana e devastò New Orleans, il 75% dei decessi ha riguardato gli over 60 e il 40% di essi aveva più di 70 anni. Nell’ondata di calore che ha investito l’Europa nel 2003, sono morte ben 72.000 persone. Ci sono stati 15.000 morti nella sola Francia e la maggior parte erano anziani. Oltre agli effetti immediati degli eventi climatici estremi, ci sono anche quelli alle infrastrutture: trasporti, elettricità, acqua, servizi sanitari, distribuzione alimentare. Tutto questo genera ulteriori fattori di rischio e causa di morte per infezioni, malnutrizione, malattie croniche e crisi di salute mentale. «È di fondamentale importanza – conclude il documento – coinvolgere gli anziani negli sforzi di pianificazione comunitaria per la preparazione e la prima risposta alle catastrofi. La loro esperienza, competenza, conoscenza della comunità in cui vivono devono essere maggiormente riconosciute».
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