Giancarlo Callegari. Ex commerciante e agente di commercio, ama scrivere ricordi, situazioni e storie di vita vissuta. Partecipa al Concorso 50&Più per la seconda volta; nel 2022 ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la prosa. Vive a Ancona.
Sono rimasto a Tulcea una settimana e mi sono reso conto di quanto fosse interessante il Delta del Danubio nonostante ne avessi visto soltanto la parte Nord.
Mi mancava la parte Sud dove il Danubio sfocia nel Mar Nero “La Marea Negra”.
Era certamente il caso di ritornare ed ho programmato il secondo viaggio sul Delta per il Natale successivo.
Quando ho iniziato a preparare il viaggio, carta alla mano, ho puntato il dito su una piccola località Sulina e ho deciso che sarei andato laggiù, in mezzo al Delta, sul Mar Nero.
A Tulcea mi sono imbarcato sul battello per Sulina che dista circa tre ore di navigazione fluviale.
Sono arrivato a Sulina nel tardo pomeriggio e la banchina del molo era quasi deserta. Sono stato avvicinato da un ragazzo che forse era a casa per le feste e per raggranellare qualche soldino si era improvvisato facchino e ufficio informazioni al servizio di chi sbarcava.
Mi ha chiesto in quale albergo o pensione dovessi andare perché molti erano chiusi per la stagione invernale.
Non avendo alcuna prenotazione mi ha suggerito di uscire un poco in periferia ed ha telefonato ad un albergo che conosceva e che forse era uno dei pochi aperti.
Abbiamo preso l’unico taxi che nel frattempo era arrivato; siamo andati in albergo che era chiuso ma il proprietario lo aveva aperto appositamente solo per me accendendo immediatamente il riscaldamento.
Tutto questo servizio perché al telefono il suo amico gli aveva detto che ero italiano.
Il proprietario, Cristian, durante la dittatura di Ceausescu, faceva parte della nazionale di rugby e aveva girato un poco l’Europa.
Finita la dittatura era stato ingaggiato dalla squadra di rugby di Roma ed era stato in Italia diversi anni. Anche la madre signora Gabriela era stata parecchio tempo in Italia e parlava italiano.
Con l’arrivo del turismo europeo a Sulina Cristian aveva pensato di ritornare a casa ed ha investito in quel settore costruendo due alberghi Alga 1 e Alga 2, uno per ogni figlia.
Oltre all’albergo in quella settimana ha aperto anche il bar e il ristorante dove si riunivano la sera gli amici che bevevano, cantavano e suonavano felici per quella apertura inattesa in pieno inverno.
A Sulina, quasi per caso mi sono trovato a rivivere da viaggiatore, pagine importanti di storia anche recenti poco conosciute o quasi dimenticate.
Dopo la guerra di Crimea nel 1856 il Mar Nero fu internazionalizzato e il Danubio era controllato dai principati di Moldavia e Valacchia.
Nel 1918 alla fine della Prima guerra mondiale questi due principati si unificarono nella Romania attuale.
Sempre nel 1856 con il Trattato di Parigi; gli stessi firmatari decisero di creare una Commissione Europea del Danubio che tutelasse la libertà di navigazione dei belligeranti vincitori della guerra di Crimea.
Era presente anche Cavour per il Regno di Sardegna.
Per la prima volta venne istituito un organismo chiamato Commissione Europea e la sua sede venne posta a Sulina in un importante edificio costruito appositamente.
Furono costruite anche molte palazzine per ospitare le numerose delegazioni e le loro famiglie.
Il porto di Sulina divenne molto importante; le merci arrivavano con le chiatte che scendevano il Danubio ed erano poi stivate sulle navi che andavano per il mondo attraverso il Mar Nero ed il Bosforo.
I traffici commerciali aumentarono di molto e oltre ai delegati arrivarono gli agenti marittimi e gli armatori.
Si svilupparono i cantieri navali e le attività portuali.
Dopo la mia vacanza trascorsa un anno prima a Tulcea, arrivato a Sulina mi aspettavo di trovarmi in un ambiente simile molto interessante per l’aspetto ambientale e naturalistico.
Mi sono ricreduto quasi subito dopo aver avuto qualche informazione del luogo.
Sulina è un paese che ha vissuto intensamente i due secoli che hanno portato all’unificazione dell’Europa.
Questa idea entrata da una porta del Mar Nero avanzando tratto dopo tratto ha percorso tutta l’autostrada del Danubio.
Uomini illuminati con la mente rivolta al futuro l’hanno fatta diventare realtà.
A Sulina ogni confessione religiosa aveva a propria chiesa.
La chiesa cattolica di San Nicola fu edificata nell’anno 1863 ed è stata finanziata dalla comunità italiana residente a Sulina.
Alla fine del 1800 coabitavano a Sulina Greci, Rumeni, Russi, Armeni, Turchi, Austroungarici, Ebrei, Albanesi, Tartari, Montenegrini, Serbi, Polacchi, Lipovani e Italiani.
La testimonianza di questo fenomeno si nota ancora oggi ne cimitero vicino al porto del cemento, il Cimitero Marittimo di Alamy.
Il cimitero è unico ed è diviso in 4 sezioni che accolgono le tombe dei defunti separatamente secondo la loro fede religiosa.
Tombe semplici, i cippi, le lapidi sono nello stesso cimitero dove Principi Granduchi famosi ingegneri o sensali, sono sepolti assieme ai pescatori e ai lavoratori portuali.
Tutto nel massimo rispetto di ognuno e dei loro vari culti o religioni.
I Greci in quei tempi nascondevano la loro data di nascita per evitare di essere arruolati nello esercito. Nessuno conosceva la loro età e sulle loro lapidi veniva indicata solo la data della loro morte.
Nel cimitero si notano la tomba della Principessa Maruzi nata a Istanbul e qui sepolta dopo una vita vissuta lontano dalla sua Patria e la tomba dell’Ing. William Simpson che per 15 anni ha diretto i lavori della costruzione della C.E.D., la Comunità Europea del Danubio.
In una tomba riposano Antonio David Foscolo nato a Corfù nel 1751, morto a Spalato nel 1788 e Diamantina Spatis nata nel 1747 e morta nel 1817.
Tutti gli studenti conoscono il poeta Ugo Foscolo nato a Zante nel 1778 e ricordano la sua poesia “I Sepolcri”.
Una mattina mentre stavo visitando il cimitero come se mi trovassi in un reliquiario, il silenzio è stato interrotto da un rumore cupo e potente.
All’improvviso stava arrivando un folto branco di cavalli selvaggi del Delta.
Forse qualcuno li aveva mandati a salutarmi.
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