Con la transizione climatica, il caldo è ormai un rischio anche sul lavoro. Per prevenire le patologie da calore, l’Inail ha stilato dieci raccomandazioni di prevenzione, pronte per l’uso. L’iniziativa nell’ambito del progetto “Worklimate” per contrastare lo stress termico correlato al lavoro.
Contro il surriscaldamento globale, arriva il decalogo dell’Inail: dieci regole pronte per l’uso nei luoghi di lavoro. L’ondata di calore che ha investito le nostre città è infatti un problema anche per chi è al lavoro nei periodi più caldi dell’anno o svolge la propria attività lavorativa in ambienti ad alto rischio, come nei settori agricolo ed edile.
Le patologie da calore: cosa sono e come si manifestano
Con la transizione climatica, il caldo è ormai un rischio anche sul lavoro. Il calore eccessivo – spiega l’Inail nel documento – può causare patologie correlate all’esposizione ad elevate temperature ambientali e ad ondate di calore, che possono essere ancora più critiche se i lavoratori soffrono di altre malattie come obesità, malattie cardiovascolari o respiratorie, disturbi psichici, diabete. Ad esempio, crampi e dermatiti dovuti alla perdita di liquidi per la sudorazione, ma anche squilibri idrominerali se l’acqua eliminata non viene adeguatamente reintegrata. E ancora, il caldo eccessivo può essere causa di sincope: un’eccessiva vasodilatazione che si manifesta con una perdita di coscienza preceduta da pallore, stordimento, vertigini, e con aumento della temperatura corporea fino a 39°C.
Temperatura corporea elevata, improvviso malessere generale, mal di testa, confusione, irritabilità, tachicardia, nausea o vomito sono invece alcuni dei sintomi di stress o esaurimento da calore. Se lo stress da calore non è trattato immediatamente, può aggravarsi generando un colpo di calore: la temperatura corporea sale a livelli critici (superiori a 40°C); la persona va in iperventilazione, non suda più; presenta uno stato mentale alterato e aritmie cardiache. Si tratta di una condizione molto grave perché il centro di termoregolazione del nostro corpo è compromesso e questo può provocare gravi danni ai nostri organi interni, fino alla morte.
Come intervenire
Come comportarsi se avvertiamo questi sintomi o li riconosciamo nel comportamento di un nostro collega? L’Inail fornisce tutte le indicazioni di primo soccorso per ogni patologia. I lavoratori con crampi da calore dovrebbero interrompere l’attività e bere per reintegrare i sali minerali. Nei casi più seri, dovrebbero essere reidratati anche con una soluzione fisiologica per via orale o endovenosa. È utile massaggiare i muscoli colpiti dal crampo per ridurre il dolore. Se dopo un’ora di riposo, però, il dolore non passa, occorre contattare il medico competente.
Per contrastare la dermatite da sudore, il problema più comune negli ambienti di lavoro caldi, bisogna spostarsi in un luogo più fresco e applicare talco sull’area dell’eruzione cutanea per mantenerla asciutta. Bere in abbondanza e mangiare snack per reintegrare i sali minerali persi è la prima cosa da fare se si sospetta uno squilibrio idrominerale ma, se i sintomi non migliorano o si aggravano, bisogna contattare il medico competente e allertare il 118.
Chiamare subito il medico e il 118 quando si pensa ad una sincope, a stress o colpo di calore: sono le patologie più pericolose. Se si sospetta un colpo di calore, fino all’arrivo dei soccorsi è importante spostare il lavoratore in un’area fresca e ombreggiata – sottolinea l’Inail – e rimuovere quanti più indumenti possibile; bagnare il lavoratore con acqua fresca, o applicare asciugamani imbevuti d’acqua fresca su testa, collo, viso e arti; far circolare l’aria per accelerare il raffreddamento.
Prevenire i rischi da calore: il decalogo dell’Inail
L’Inail fornisce dieci raccomandazioni, pronte per l’uso, per pianificare con efficacia gli interventi di prevenzione del rischio microclima nei luoghi di lavoro. Misure che vanno adottate nell’ambito dell’organizzazione del sistema di prevenzione aziendale ai sensi del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro (D. Lgs. n. 81/08). Ecco cosa suggerisce l’Inail:
- Designare un responsabile della prevenzione delle patologie da calore, presente sul luogo ed adeguatamente formato sull’argomento
- Identificare in anticipo pericoli e rischi
- Formare i lavoratori e fornire consigli di prevenzione
- Adottare strategie di prevenzione e protezione individuale:
– Garantire l’idratazione, ad esempio rendendo sempre disponibile acqua potabile da bere e acqua per rinfrescarsi nei luoghi di lavoro
– Consigliare un abbigliamento leggero in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro e che ricoprano buona parte del corpo; crema di protezione solare o indumenti refrigeranti se necessario - Riorganizzare i turni di lavoro per ridurre l’esposizione al calore
- Rendere disponibili e accessibili aree ombreggiate per le pause
- Favorire l’acclimatazione dei lavoratori, ovvero consentire al fisico di tollerare l’esposizione a temperature elevate. Come si ottiene? Aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l’esposizione al calore dei lavoratori e favorendo l’effettuazione di frequenti pause per l’approvvigionamento di acqua e il riposo all’ombra.
- Realizzare il “sistema del compagno”: il reciproco controllo dei lavoratori soprattutto in momenti della giornata caratterizzati da temperature particolarmente elevate o, in generale, durante le ondate di calore
- Prima dell’esposizione dei lavoratori al calore, sviluppare con la collaborazione del medico competente e del responsabile della sicurezza un piano di sorveglianza per il monitoraggio dei segni e dei sintomi delle patologie da calore e di risposta alle emergenze, per favorire precocemente la diagnosi e il trattamento
- Adottare misure specifiche per ridurre il caldo negli ambienti chiusi (installazione di condizionatori o ventilatori, isolamento termico, schermi protettivi ecc…)
Il progetto Worklimate per contrastare lo stress termico ambientale sul lavoro
Il decalogo dell’Inail è stato realizzato nell’ambito delle attività del progetto “Worklimate”. Si tratta di un progetto di ricerca, finanziato dall’Inail nel 2019 e realizzato in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe), per approfondire gli effetti delle condizioni di stress termico ambientale sui lavoratori.
Avvalendosi della collaborazione di aziende sanitarie locali e laboratori di ricerca, il progetto fornisce non solo strumenti di informazione, ma anche operativi. È il caso, per fare un esempio, di un sistema di previsione dello stress da calore, finalizzato allo screening dei rischi professionali per i lavoratori, i datori di lavoro e gli addetti alla salute e sicurezza aziendali. Le previsioni di stress climatico occupazionale sono realizzate attraverso test su soggetti sani, con profilo di lavoratore standard. Inoltre, il progetto fornisce anche uno strumento di previsione del rischio per località.
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