Uomini (e donne) da record, pronti a salvare vite in mare. A Riccione ne vanno in mostra i ricordi con “Cabine! Cabine!”.
La televisione e le più moderne serie americane ci hanno fatto innamorare di termini anglofoni come Lifeguard e Baywatch, che ora associamo a forme femminili sinuose e pettorali maschili scolpiti. Giovani donne e uomini che procedono a falcate sul litorale, con sottobraccio il loro salvagente rosso. Ma a fare la storia dei nostri mari, sono stati bagnini che hanno ora il viso solcato di rughe e la pelle consumata dal sole. Tanti uomini (e meno donne) che raccontano delle belle curve delle turiste straniere negli anni d’oro delle spiagge riminesi. Insieme a sale e sudore dei giorni passati a tuffarsi, rischiando la propria vita, per salvare qualcuno in mare. Qui alcuni tra i più noti e longevi. A Riccione, invece, una mostra dal titolo “Cabine! Cabine!”.
Aiuto, un uomo in mare
Da un’indagine condotto nel 2019, risultava che a esser donna è un bagnino su cinque. Attivi in Italia all’incirca 15mila addetti alle spiagge, di cui 11 mila direttamente al salvamento. Quasi 2.400 le donne sul totale, con una percentuale di appena il 16%, comunque in crescita del 2% sull’anno precedente.
Quanto a formazione ed età, la statistica rivelava come il 61,2% degli assistenti bagnanti si fosse fermato alla scuola dell’obbligo e solo il 35% del totale avesse meno di 40 anni. Sfatando il luogo comune che vuole “eroi del mare” supergiovani.
Figure storiche femminili
La prima bagnina italiana donna fu Stella Guidotti nei primi decenni del secolo scorso. Chiamata da tutti Stelluccia, era nata nel 1878 e morì nel 1944. Ai primi del Novecento ai lidi di San Benedetto del Tronto, nelle Marche, aprì uno stabilimento balneare in pineta, che portava il suo nome, con alcune cabine in legno e un secchio pieno di ghiaccio e bibite per i bagnanti.
Prima donna ad ottenere il brevetto di salvataggio in Italia risulta essere stata invece Emma Pascali, deceduta nel 2014 a 84 anni, tantissimi dei quali trascorsi sul Tirreno nella spiaggia di Fregene. Suo l’anedotto legato al cantante americano Frank Sinatra, che raccontò di aver ripreso perché non gettava nel cestino, ma sotto la sabbia, mozziconi di sigarette e lattine vuote.
Figure storiche maschili
Cento anni festeggiati in canottiera e calzoncini in moscone a remi e su uno sdraio al mare, sono stati quelli di Pio Schiano Moriello, nato a Ostia nel 1919 e purtroppo deceduto a poca distanza dal compleanno, nel 2019. Nonno Pio, come lo conoscevano tutti, era il simbolo di Torvaianica, sede del suo stabilimento balneare. Faceva il bagnino da quando aveva 13 anni ed è stato un uomo da record. A 91 anni nel 2010 aveva percorso 20 chilometri in pattino in 2 ore e 30. “Il mio segreto? – rispondeva agli amici – Bevo sei caffellatte amari ogni giorno”.
Tra gli highlander delle spiagge italiane e d’Europa, c’è ora Benito Garbisa, detto Pippo, 88 anni, bagnino al Lido di Venezia da quando di anni ne aveva 14. Cavaliere della Repubblica Italiana, una sessantina di salvataggi in mare e tanta storia di questo Paese da raccontare, tra “l’acqua granda” con le mareggiate del 1966 e le frequentazioni di vip.
Cabine! Cabine!
A mostrare le spiaggie della riviera Adriatica e i suoi protagonisti, ci ha pensato così il Comune di Riccione che fino al 5 settembre ospita, a pochi metri dal mare, alcune “fotografie dall’album dei ricordi dei bagnini di Riccione”.
Una mostra dal titolo “Cabine! Cabine!”, che riprende il saggio con cui lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, nel 1990, ricordava il fascino letterario esercitato per decenni dalla riviera romagnola. Lidi che oggi si candidano a diventare patrimonio Unesco, e propongono questo affascinante percorso di memoria balneare. Al piano terra di Villa Mussolini, anche il nuovo Centro di documentazione sull’identità della spiaggia di Riccione.
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