Arriva da Modena un modello di cohousing unico in Italia. Si chiama “Ca’ nostra” (che in dialetto modenese significa casa nostra) ed è un progetto intermedio tra l’assistenza in struttura e quella a domicilio, che valorizza la condivisione delle risorse familiari sia dal punto di vista abitativo che assistenziale. Un modello di welfare partecipato a gestione familiare, che è iniziato a Modena nel 2016, sotto il coordinamento del Csv, Centro di Servizi al Volontariato, e con il sostegno del Comune. È rivolto ad anziani con problematiche legate a demenza o a deficit cognitivi.
In una casa di un quartiere residenziale, non lontano dal centro cittadino, da ormai tre anni convivono alcuni senior che prima abitavano con la loro rispettiva assistente familiare. Nella loro nuova abitazione le spese mediche, di vitto e quelle relative alle assistenti familiari sono condivise, generando un notevole risparmio di denaro. Le famiglie, inoltre, sono protagoniste dell’assistenza, in quanto alternano la loro presenza a quella dei volontari di varie associazioni. In questo modo nell’appartamento non si è mai soli, non ci si annoia e si respira un clima di sicurezza, convivialità e intimità.
Uno studio condotto con il Centro di Analisi delle Politiche pubbliche dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha messo in luce i risultati positivi di questa sperimentazione, sia in termini di dispiego delle risorse pubbliche (i costi sono più contenuti rispetto alle residenze protette e gli ospiti condividono medico e geriatra), sia per quanto concerne il risparmio per le famiglie (la maggior parte dei servizi e delle utenze sono condivise), e anche dal punto di vista delle opportunità occupazionali create.
L’entusiasmo per questa prima sperimentazione ha portato all’avvio di “Ca’ nostra 2”, un secondo alloggio, concepito allo stesso modo, che da qualche mese ha accolto Marisa, Iris e Gabriella. Le tre hanno stretto un forte legame, e così anche le loro rispettive famiglie, che si alternano nelle visite alle nonne. Marisa, Iris e Gabriella lavoravano rispettivamente come sarta, come cuoca e nella cura della casa. La loro nuova abitazione è stata allestita anche con uno spazio con le macchine da cucire e si sta pensando di promuovere dei piccoli corsi di cucina per venire incontro alle loro passioni.
Quello di “Ca’ Nostra” è un modello che non è rimasto inosservato: negli ultimi mesi infatti l’alloggio modenese ha ricevuto tantissime richieste di contatto da varie regioni d’Italia.
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