Giovanna Buratto. Ex commerciante nel settore delle belle arti. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Vicenza.
Sono Giovanna, ho appena compiuto ottanta anni e faccio parte di una splendida famiglia.
Ho tre nipoti: Enrico, Alberto e Stefano nei quali vedo il futuro della mia vita.
Sono molto diversi fra loro sia fisicamente che nel carattere; i ricordi legati alla loro nascita, alla crescita, alle loro piccole conquiste nei giochi, a scuola, con gli amici, sono sempre vivi dentro di me.
Li ho visti crescere e spesso cerco in loro dei segnali che rivelino la familiarità di atteggiamenti e comportamenti che sono miei.
Li guardo e cerco di capire cosa sono riuscita a trasmettere a questi ragazzi. Spesso sono delusa di me stessa per la mia incapacità ad insegnare loro tutto quello che vorrei e di realizzare in loro tutti i miei sogni. Ma sono cresciuti benissimo comunque e per me sono splendidi.
Torno indietro con il pensiero negli anni, quando piccolissimi li portavo in piscina e insegnavo loro a non avere paura dell’acqua, anzi ad amarla come l’amo io. Però se hanno imparato a nuotare è perché hanno frequentato dei corsi.
La mia passione più grande sono i colori: mi piace dipingere, modellare, provar tecniche nuove di incisione.
Quando ho chiuso il negozio di belle arti ho tenuto da parte parecchio materiale perché speravo che qualcuno della mia famiglia avesse ereditato la mia passione. Le mie speranze si sono rivelate vane e ormai non ci penso più, specialmente da quando Stefano, il più giovane, in prima media ha portato a casa una favolosa pagella con quasi tutti dieci ed un cinque in disegno!
Ho vissuto una vita piena: molte esperienze belle e meno belle ma sempre positive.
Avrei voluto trasmettere tante cose ai miei nipoti ma è difficile per una nonna poterlo fare con tre vivaci maschietti, anche perché due generazioni ci separano: tre modi di vivere molto diversi. Il mondo è cambiato troppo velocemente.
Prima di cimentarmi con questo racconto ho fatto una piccola indagine, chiedendo loro cosa hanno imparato da me.
Ci hanno pensato un po’ troppo e alla fine il più piccolo si è ricordato di quando li portavo in giro per la città a conoscere Vicenza: i palazzi, le strade e la sua storia.
Alberto non si è pronunciato.
Enrico, ventun anni, mi ha stupito con queste parole: “Nonna tu mi hai insegnato che le donne sono persone forti!”.
Non ho capito bene cosa volesse dire, ma mi sono sentita felice.
Quando mi vengono a trovare, di solito per pranzo, anche se ora parlano poco, guardo e mi sento circondata di amore.
Mi accorgo allora che ho insegnato loro delle cose meravigliose: l’amore, il valore della famiglia, il rapporto umano, riuscire ad emozionarsi, esprimere i propri sentimenti e sostenersi a vicenda.
Tutto questo è merito dei genitori, ma anch’io faccio parte della famiglia e mi prendo un po’ di quel merito.
Come dice saggiamente mia nuora Raffaella, è un privilegio arrivare a questa età.
La mia vita è stata attraversata da momenti dolorosi ma anche pieni di gioia; ho dovuto lottare spesso contro le avversità, ma Dio mi ha dato sempre la forza di ricominciare.
Sono diventata un po’ più saggia e tollerante specialmente verso i miei nipoti.
Spero di aver insegnato loro quello che è riassunto in questa frase che dico spesso: “Non è importante quanto voi mi vogliate bene, ma quanto ve ne voglio io!”.