L’active ageing index è utile a valutare il grado di invecchiamento attivo della popolazione.
Castellaneta Marina è una piccola frazione appoggiata sul mare e spalleggiata da una lunga pineta in provincia di Taranto. Baveno è invece un paese a 200 metri di altitudine considerato punto di osservazione ideale delle isole che popolano il Lago Maggiore dal lato piemontese.
Insomma, due punti diversissimi di un’Italia lunga e dalle mille sfaccettature. I due luoghi hanno in questa stagione però qualcosa in comune, oltre al fascino. La 50&Più, che nel mese di settembre ha portato a Castellaneta Marina 1.400 persone per le Olimpiadi associative, e a Baveno animerà un’intera settimana di ottobre (16-21) dedicata alla creatività.
Proprio queste due partecipate manifestazioni rappresentano più di un “semplice” successo organizzativo e di pubblico per 50&Più e sono, piuttosto, sintomo del modo di concepire la terza età che la nostra Organizzazione esprime. Da una parte, rappresentano infatti il profondo legame con il territorio, l’importanza dell’esperienza reale e del contatto umano (seppur con le precauzioni che l’emergenza sanitaria impone). Dall’altra parte, queste manifestazioni dimostrano ancora una volta che terza età fa rima per noi con attività, fisica e mentale, e con la costante capacità di tenersi in movimento: dagli sport delle Olimpiadi di Castellaneta alle arti creative di Baveno.
Questa coerenza e, insieme, questa complessità, che offre agli associati occasioni di misurarsi su diversi fronti, sono “la normalità” di 50&Più, eppure diventano anno dopo anno più importanti e, potenzialmente, più moderne.
Basti pensare che è stato adottato a livello europeo un interessante indicatore chiamato Active Ageing Index, un indice statistico utile a valutare il grado di “invecchiamento attivo” della popolazione, al di là del semplice dato anagrafico sull’aspettativa di vita e sulla natalità. Un po’ la differenza che esiste tra un’asettica misurazione del PIL di un Paese e il grado di felicità della sua popolazione: un Paese è vecchio se la proporzione generazionale è sbilanciata verso l’alto. “Invecchiamento attivo”, lungi dall’essere un ossimoro e una contraddizione, è un bel concetto che l’OMS ha così riassunto: «Il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza al fine di migliorare la qualità di vita delle persone anziane». Dunque, si qualifica attivo non solo chi è fisicamente efficiente, ma anche chi continua a partecipare alla vita economica, culturale e civica della comunità, tanto che i quattro pilastri che compongono l’indicatore sono: tasso di impegno nel mercato del lavoro, tasso di partecipazione – dal volontariato alla politica passando per le attività di cura familiari -, grado di indipendenza economica, salute e sicurezza e, infine, ambiente favorevole all’invecchiamento attivo.
In parole povere, l’Active Ageing Index sembra perfetto per descrivere 50&Più, la sua missione e le sue attività che promuovono l’impegno nel mercato del lavoro, supportano la partecipazione sociale, valorizzano e contribuiscono a indipendenza, salute e sicurezza e, infine, rappresentano l’ambiente ideale per l’invecchiamento attivo. Perché invecchiare si deve, ma invecchiare in modo attivo si può, e con 50&Più si è in ottima compagnia nel farlo.
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