Compie 15 anni il social network dei testi brevi e delle comunicazioni rapide, Twitter. Veniva lanciato il 17 luglio 2006. Come funziona, a chi serve, ma soprattutto: è ancora un buon mezzo?
È famoso per i suoi “cinguettii” da 280 caratteri (tweet) e il suo uccellino azzurro è ormai riconoscibile da tutti, anche da coloro che non lo hanno mai usato o visto usare. Twitter è nato formalmente nel marzo 2006, ma è solo il 17 luglio di quello stesso anno che è stato lanciato in rete, guadagnandosi la sua attuale popolarità.
Come è nato Twitter
«Ci siamo imbattuti nella parola twitter ed era semplicemente perfetta – commentava allora il suo creatore Jack Dorsey, riferendo della ricerca di un nome da dare all’invenzione, fatta sfogliando il dizionario – La definizione era: “una breve raffica di informazioni irrilevanti” e “un cinguettio di uccelli”. E questo è esattamente ciò che era il prodotto».
La leggenda narra che un giorno, seduto al parco su un’altalena mangiando cibo messicano, Jack Dorsey ebbe l’idea di un servizio che permettesse a un individuo di comunicare con un ristretto numero di persone attraverso degli SMS. Di lì a poco, nacque Twitter.
Che cos’è Twitter
A chi non sa come funzioni il social network ideato da Jack Dorsey, basterà infatti pensare al fatto che molti lo chiamano anche “l’SMS di Internet”. Un’app che funziona da contenitore virtuale di messaggi brevi – inizialmente da 140 caratteri proprio come un tempo gli sms dei telefonini, ora raddoppiati a 280 – con cui popolare il proprio “profilo”, ossia la propria pagina utente. Un po’ come con Facebook. Ci si registra con il proprio nome utente e poi si fa “rete”, ossia si comunica con tanti altri, vicini e lontani. E si legge e ci si informa, si guarda, si commenta…
Che farci?
Possiamo, ad esempio, seguire cosa scrivono altri utenti e anche essere seguiti. Per fare questo si avranno e si faranno delle richieste, con un semplice click aumentando le liste di “amici” (following e follower). Sotto ai pensieri di altri si può mettere un cuore, come il “mi piace” di Facebook (senza le sfumature di pollice su o faccine stupite) e si può commentare, oppure si può “ritwittare” il messaggio altrui. Il flusso di contenuti che si leggono in homepage è chiamato “feed”. Lì, si può leggere ciò che scrive la vicina di casa, come anche il New Yorker. E si può anche “chattare” in privato (icona della busta delle lettere, come al solito).
Un mezzo attivo
Se poi nella maschera di ricerca, ossia dalla classica lente, scriviamo “anziani” (come qualsiasi altre frase o parola), si può fare selezione di notizie recenti per tema, come anche di persone, foto e video. Ad esempio, si può trovare un quotidiano nazionale che dà una notizia sugli anziani in Valle d’Aosta. O La rivista Taldeitali che parla di anziani e telenovelas. E ancora, la Polizia di Stato che scrive “gli anziani in estate sono facili prede #attentialletruffe”. Ecco un hashtag, ossia un aggregatore che aiuta a compiere ricerche tematiche, usato nei social media e introdotto dal simbolo del diesis #. È invece con il simbolo della chiocciola @ che si tagga, ovvero si “richiama” una persona. Ad esempio“@vicinadicasa attenta che il @newyorker non lo dice ma la @poliziadistato scrive che siamo facili prede alle #truffe”.
Buono o cattivo?
Quindi sarà pur vero, come diceva il massmediologo Marshall Mc Luhan, che “il medium è il messaggio”. Ma per avere un mezzo di comunicazione intelligente, forse basterebbe usarlo in modo intelligente, piuttosto che “venirne usati”. E questo lo si fa di certo a tutte le età. Si dice che senza Twitter non ci sarebbe stata la “Primavera Araba”: migliaia di persone in Piazza Tahir a Il Cairo e la rivolta narrata in tempo reale su questo mezzo virtuale. Ma i tempi recenti parlano anche di Twitter (e altri social) usati dagli assaltatori di Capitol Hill alla Casa Bianca, con tanto di utente bloccato per l’allora presidente uscente Donald Trump. Buone o cattive, le notizie su Twitter arrivano, e lo fanno subito (alcune forse addirittura da lì partono). Forse è il caso di esserci. Con parsimonia e coscienza.
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