Stimolare i ricordi nelle persone con demenza può diventare una vera terapia. È il principio del progetto europeo Box of our memories, lanciato nel 2021, che oggi si arricchisce di un’App gratuita e permette di strutturare sessioni terapeutiche con i propri cari affetti da decadimento neurocognitivo.
L’applicazione è stata testata non solo dai familiari ma anche da professionisti sociosanitari e museali. Queste figure, infatti, sono coinvolte nella formazione organizzata dalla Società cooperativa Anziani e non solo, in collaborazione con Asp città di Bologna, l’azienda pubblica dei servizi alla persona.
La formazione
La formazione è progettata per fornire a chi lavora con la demenza le abilità necessarie a implementare le sessioni di terapia della reminiscenza tramite l’utilizzo di una scatola dei ricordi personalizzata, che oggi è stata digitalizzata. L’App diventa un vero e proprio archivio con foto, video, luoghi e oggetti 3D appartenenti alla vita della persona ed emotivamente significativi. Un sistema in grado dunque di stimolare emozioni e ricordi. Può essere usata direttamente dalla persona con il supporto dei caregiver familiari e degli operatori socio-sanitari.
La nascita di Box of our memories Boom
Il progetto europeo di 30 mesi, aderente al programma Erasmus+ e finanziato dall’Agenzia nazionale polacca, ha preso il via due anni fa. L’intento è quello di migliorare l’offerta di interventi di educazione informale per anziani, attraverso un approccio digitale. Il focus è la terapia delle reminiscenza, una tecnica che stimola i ricordi attraverso le storie di vita e il riemergere delle emozioni e che lavora a stretto contatto con musei e archivi.
L’approccio terapeutico nella demenza
Attualmente esistono solo pochi farmaci che permettono il controllo dei sintomi per qualche tempo, ma che non possono fermare la progressione della malattia. L’approccio che ha mostrato i risultati migliori è quello che combina la terapia farmacologica con l’intervento psicosociale, attraverso tre approcci principali: cognitivo, multi-strategico, comportamentale-sensoriale. Il primo coinvolge le capacità cognitive della persona attraverso esercizi e test, con finalità compensative e riabilitative. Il secondo non agisce specificamente sui meccanismi cognitivi, ma utilizza le risorse interne ed esterne al paziente. La terapia della reminiscenza rientra in questo approccio. Il terzo infine comprende interventi come la musicoterapia, l’aromaterapia, la fototerapia, che prevedono input sensoriali come veicoli di informazione non verbale.
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