Attilio Botarelli.
Nato a Sinalunga, vive a Siena. E’ stato presidente dell’associazione provinciale 50&Più per molti anni e ora ne è presidente onorario. Al Concorso 50&Più ha partecipato a diverse edizioni.
Sono andato a scrutare nell’animo degli anziani: è stato come scavare in una miniera di bellezze nascoste. Ho trovato sopratutto del buono, anzi il cattivo praticamente non esiste, perché l’egoismo, l’arrivismo, la sete di schiacciare il prossimo hanno esaurito la loro carica naturale. L’emozione è quella carica vitale che guida e da forza agli umani obiettivi. Occorre cercare ciò che si ama non quello che conviene. La scienza che incorona l’anzianità fa rilevare l’importanza di sviluppare l’amore verso il proprio corpo, dedicandogli particolare attenzione, nella consapevolezza dei propri difetti, come pure dei personali punti di forza. Mente e corpo sono una cosa sola, la bellezza è lo specchio del volersi bene. Emozionarsi quando siamo in là con gli anni è segno di vitalità, di grande volontà, di voglia di amare se stessi e coloro che ci stanno vicino. Si dice: “L’uomo ha l’età del suo cervello”, ma l’essere umano ha pure un’anima immortale. Ho constatato che le necessità degli anziani d’oggi, oltre alla salute, sono l’approfondimento culturale, la voglia di divertirsi, la spinta a essere utili. Stare insieme in amicizia, volersi bene, possedere una carica spirituale, sono elementi di eccellenza. Ho accertato che le persone dell’età d’argento trovano un rifugio sano e ineccepibile, praticando il campo della creatività. Il “mestiere” di anziano si realizza usando gli arnesi della saggezza, affilati dall’esperienza, adoperati con intelligenza. Mantenere vivo lo spirito dell’iniziativa durante il trascorrere degli anni, è il segreto per invecchiare al rallentatore. Vincente è colui che carica di vivacità, energia ed entusiasmo l’ultima parte della sua esistenza, animato dalla voglia di realizzare. Il capitolo più bello della storia di un uomo è quello che egli scriverà domani. La gioia della gente dalle chiome grigie si legge chiaramente nel loro sorriso. Il linguaggio dell’arte è portatore di serenità, distribuisce la distensione e scaccia la malinconia. Affermare che la creatività allunga la vita non è retorica parolaia ma indicazione di sfruttamento delle risorse umane che generano felicità creata dal bisogno di esprimersi con la voce della propria anima. L’anziano, quando è artista, scrive per i suoi lettori, realizza figure per i suoi ammiratori, canta e suona per gli ascoltatori. La cura si chiama: ringiovanire con l’arte, che una volta praticata elimina la solitudine.
Come esistono i ricostituenti dell’umore lo raccontano le riviste specializzate nelle regole dell’alimentazione. E’ stato appurato che la produzione di sostanze chimiche celebrali influiscono direttamente sullo stato d’animo e creano condizioni psichiche che fanno funzionare meglio il “motore” fisico. La memoria è un prezioso elemento del buon vivere, indispensabile alla vita per cui sottoporre il cervello a costante esercizio è la medicina più sicura. Imparare ad ascoltare ciò che il nostro corpo invia si ritrova l’equilibrio di fisicità. Non siamo soli se si convive con l’esperienza artistica. Un messaggio particolare che fornice l’entusiasmo umano si trova nella musica, simbolo di sentita gaiezza e risorsa spirituale che allena il corpo ed il cervello. Secondo i ricercatori del ramo scientifico, il segreto della longevità è mantenere viva la curiosità, coltivare l’allegria ed il piacere di vivere, non stare a lungo in poltrona e neppure essere pessimista. Bisogna sorridere almeno tre volte al giorno per essere giulivi tutta la giornata. La bocca sorridente rivela la gioia dell’animo. Mantenendo rapporti interpersonali e giustificati interessi, significa andare incontro ad una anzianità felice. Chi ama nel senso generale del termine vede consolidarsi questo meraviglioso sentimento che invita a volere bene all’esistenza in ogni momento. Credere in qualcosa che va oltre alla fugacità delle cose terrene aiuta ad essere fiduciosi. Sentirsi giovani, provare affetti, emozionarsi, si dimostra di essere ancora utili. La mente sfruttata al meglio ritarda l’invecchiamento. Un altro valore dei non più giovani è quello di essere campioni di socialità. Infatti gli anziani sono l’anima della società, in quanto protagonisti del vivere in piena socialità. Tra le più semplici forme di solidarietà che l’anziano offre c’è l’impegno a fare compagnia a chi soffre di solitudine: un atto che costa poco e vale molto. Una virtuosità che ho trovato nelle persone anziane è il mantenimento di una intelligenza assimilata e sviluppata nel corso degli anni: un pregio che premia, un traguardo conquistato, un valore inestimabile che lascia un ricordo indelebile di affettuosità. Mantenere viva la curiosità intellettuale, fare continuamente nuove esperienze, è un vangelo sociale dalla credibilità assoluta che dona emozioni che dipendono da come si vivono le cose che ci circondano e ci toccano da vicino. Il cervello è l’organo dove a sede ogni personale identità. Una grande soddisfazione per gli anziani è quella di essere amati e considerati dai giovani, consapevoli che in futuro anche loro faranno parte di questa categoria.