È in Gazzetta Ufficiale il Dpcm che prevede lo sconto del 25% per i redditi bassi. Il bonus Tari introdotto nel 2019
Il bonus rifiuti diventa realtà dopo 6 anni di attesa. Un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm), pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 28 marzo, introduce uno sconto del 25% sulla Tassa sui Rifiuti (Tari) per i nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica. Il beneficio è destinato alle famiglie con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) fino a 9.530 euro. La soglia sale a 20.000 euro per quelle con almeno quattro figli a carico. L’agevolazione consiste in una riduzione del 25% dell’importo della Tari.
Bonus Tari: attuazione tardiva e aumenti tariffari
Il bonus Tari, introdotto da un decreto fiscale del 2019, ha finalmente trovato attuazione dopo un periodo di stallo, a differenza dei bonus sociali per energia elettrica, gas e acqua, che erano già operativi. Nel frattempo, la Tari ha subito un aumento medio del 12%. I dati della Uil evidenziano una crescita del costo del 9,6% tra il 2018 e il 2023. Tra il 2023 e il 2024, le tariffe hanno registrato un ulteriore aumento, particolarmente significativo nelle città del Centro Italia, dove sono lievitate del 3,63% in media. Al Sud e nelle Isole, l’incremento è stato più contenuto, pari all’1,17% in media.
Le nuove regole per l’agevolazione
Spetta ora all’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) definire come il nuovo bonus rifiuti verrà implementato. Deve infatti stabilire le procedure per l’applicazione concreta del beneficio e regolare lo scambio di informazioni tra i beneficiari del bonus sociale, i Comuni e i gestori del servizio rifiuti, per consentire l’applicazione dello sconto in bolletta. L’Arera, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, stabilirà le modalità di condivisione dei dati tra Inps, Anci e gestori del servizio rifiuti, e dovrà aggiornare ogni tre anni i valori Isee per l’accesso al bonus. In pratica, spetta a lei tradurre in azioni concrete le disposizioni del Dpcm, garantendo che il bonus Tari raggiunga effettivamente i cittadini aventi diritto.
Come funziona la tassa sui rifiuti e chi la deve pagare
La Tari (Tassa sui Rifiuti) è un tributo locale che finanzia i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. La Tari è dovuta da chiunque possieda o detenga locali o aree scoperte che producono rifiuti. In pratica, a pagare è l’utilizzatore dell’immobile, non necessariamente il proprietario. Si paga anche se l’immobile è vuoto, in quanto si tassa la possibilità di produrre rifiuti. Il calcolo della Tari si basa su una quota fissa e una quota variabile. L’importo dipende sia dalle caratteristiche dell’immobile (dimensioni, tipologia) sia dalla composizione del nucleo familiare.
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