Non è passato molto tempo dalle considerazioni fatte sull’aspetto fisico della giornalista Giovanna Botteri. All’inizio del mese, infatti, si è tornato a parlare con forza del body shaming e dell’attenzione che si concentra sul corpo femminile. Ma di cosa si tratta e cosa significa?
Cos’è il body shaming?
Il termine inglese significa “derisione del corpo” ed è così che si etichettano tutti gli atti di scherno relativi all’aspetto fisico di una persona. Qualsiasi caratteristica fisica può essere bersaglio di questa pratica: l’eccessiva magrezza o il sovrappeso, così come il colore dei capelli, la statura, le dimensioni del seno o del fondoschiena, la presenza o meno di tatuaggi e piercing. Potenzialmente nessuno è immune da body shaming, specialmente se qualche caratteristica del proprio fisico può essere considerata non aderente ai canoni estetici della cultura. Non ha nemmeno importanza che i nostri dettagli siano effettivamente diversi dalla presunta “forma fisica perfetta”, né che sia in nostro potere modificarli. Il canone estetico, spesso lontano dalle caratteristiche di un corpo umano comune, è posto come normale e necessario. Una problematica che ha grossi effetti sulla percezione della bellezza, sull’autostima e che può portare anche a disturbi alimentari, ansia e depressione.
Body shaming over 50
Contrariamente a quanto si pensa, però, la vergogna legata al proprio aspetto fisico non colpisce solo la fascia di popolazione più giovane. Anzi, in molti casi, passati i 50 anni, le donne si trovano ad affrontare gli ennesimi cambiamenti fisici legati alla menopausa. Un momento delicato e ancora troppo demonizzato dalla nostra società. Ma non è tutto qui. Le statistiche, infatti, rilevano che sono proprio le donne a farsi maggiormente carico delle questioni famigliari, spendendosi nel lavoro tanto quanto nella vita casalinga. Un carico di stress che può incidere sulla percezione di se stessi, rendendo insostenibile quel mondo attorno a noi sempre pronto a giudicare. In particolare, la realtà 2.0 da cui siamo circondati ci rimanda a un continuo confronto con l’altro. Una lotta impari se pensiamo ai modelli proposti dai social media, tanto da farci diventare i giudici più spietati di noi stessi e degli altri.
Body positive, un movimento di positività
Per combattere il body shaming e questo assetto giudicante nei confronti delle diverse fisicità è nato il Body Positive (o positività corporea). Un movimento sociale che ruota attorno ad una modalità positiva di vedere i corpi presenti nella società. La corrente, infatti, sostiene l’accettazione di tutte le forme fisiche, indipendentemente dalle dimensioni o dall’aspetto. Gli attivisti di questo movimento espongono l’idea che la bellezza sia un costrutto della società che non deve ledere l’autostima delle persone. Ad ottobre dello scorso anno, in Piazza Duomo a Milano, un gruppo di più di 300 persone ha sfilato in nome della Body Positive. Si è trattato di un flash mob organizzato dall’associazione Body Positive Catwalk con lo scopo di unire uomini e donne di diversa forma fisica, età, etnia, orientamento sessuale nella lotta contro i pregiudizi e il bullismo. In piazza, anche moltissime over 50 che hanno sostenuto il movimento al grido di “Undress from prejudice” (“Spogliati dei pregiudizi”).
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