Il terzo lunedì di gennaio, da vent’anni è definito “Blue Monday”, ed è considerato il giorno che provoca più depressione nell’anno. Quali sono le basi scientifiche e come affrontare al meglio questo periodo.
Il terzo lunedì di ogni anno si celebra il cosiddetto “Blue Monday”, il giorno più triste dell’anno. Questa data, è stata “ufficializzata” vent’anni fa da uno studio commissionato da Sky Travel, un canale televisivo britannico dedicato ai viaggi.
Lo studio, condotto dal professor Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, aveva come obiettivo quello di individuare il giorno più deprimente dell’anno, per incentivare le prenotazioni di viaggi come antidoto alla tristezza invernale.
Un’idea, chiaramente, di natura pubblicitaria.
Perché il “giorno più triste”?
Ma qual è la formula che ha portato all’identificazione del terzo lunedì di gennaio come il giorno più triste?
Secondo il professor Arnall, diversi fattori concorrono a creare questa sensazione di malessere: la fine delle festività natalizie, il ritorno al lavoro dopo le vacanze, l’impatto economico degli acquisti natalizi, il fallimento dei buoni propositi di inizio anno, le giornate corte e il freddo invernale.
A questi elementi si aggiungono un basso livello di motivazione e il senso di impotenza di fronte ai propri obiettivi. L’equazione di Arnall – sebbene non supportata da solide evidenze scientifiche – ha comunque contribuito a diffondere l’idea del “Blue Monday”.
È importante sottolineare che la validità scientifica di questa teoria è stata oggetto di molte critiche. Molti esperti ritengono che la formula di Arnall sia semplicistica e non tenga conto della complessità dei fattori che influenzano l’umore. La percezione soggettiva della tristezza varia da persona a persona, influenzata da fattori personali, esperienze di vita e contesti socio-culturali. Dunque, non esiste un giorno universalmente riconosciuto come “il più triste dell’anno”.
Da studio a fenomeno globale
Nonostante le critiche, l’idea del Blue Monday ha attecchito nell’immaginario collettivo, diventando un fenomeno mediatico di portata internazionale. Questo ha portato a una riflessione più ampia sul benessere psicologico e sulla gestione delle emozioni durante il periodo invernale. La consapevolezza di questo periodo di potenziale fragilità emotiva ha favorito la diffusione di consigli e suggerimenti per affrontare al meglio il cosiddetto “Blue Monday”, e in generale il periodo invernale, spesso associato a una maggiore incidenza di disturbi dell’umore.
Rimedi contro la depressione
Al di là della “formula” del professor Arnall, esistono strategie più concrete per contrastare la tristezza invernale.
Dedichiamo del tempo per noi stessi, magari leggendo un libro, facendo un bagno caldo, guardando un film o semplicemente rilassandoci. Apriamo le finestre e sfruttiamo la luce naturale, anche indossando abiti dai colori vivaci. La luce solare aiuta a regolare la produzione di melatonina e serotonina, neurotrasmettitori che influenzano l’umore. Approfittiamo del tempo per riflettere sui propri obiettivi, desideri e limiti, per favorire la chiarezza e la serenità. Inoltre, seguiamo una dieta equilibrata, evitando i cibi spazzatura e assicurandoci di assumere tutti i nutrienti necessari. Infine, pratichiamo regolarmente attività fisica, anche solo una breve passeggiata, per stimolare la produzione di endorfine, che hanno effetti benefici sull’umore.
Attenzione agli eccessi emotivi
Bisogna ricordare, però, che la tristezza è un’emozione umana normale e che, se persistente o eccessiva, è importante cercare supporto professionale. Se si avvertono sintomi di depressione o ansia, è consigliabile rivolgersi a un medico o a uno psicologo: non bisogna mai sottovalutare l’importanza della salute mentale.
Il Blue Monday, quindi, può essere un’occasione per riflettere sul proprio benessere psicologico e per adottare uno stile di vita più sano e consapevole.
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