Aldo Binda.
Pensionato, amante della lettura, della vita all’aria aperta e del lago e i monti che circondano la sua città. Dice di sé: “Ho fantasia da vendere, e mi piace la gente”. Da un anno si dedica a scrivere brevi racconti. Partecipa al Concorso 50&Più per la prima volta. Vive a Como.
Il prato ha preso colore, le margheritine sono ovunque, sembrano uno squadrone in libera uscita, i papaveri spiccano per la loro leggerezza e signorilità mentre le primule sparse un po’ qua e là paiono i bottoni del nuovo vestito della primavera.
Lucia si prepara la colazione, latte e fiocchi di cereali, guarda il suo giardino che rinasce ed avverte la malinconia che si insinua nel suo animo, è consapevole che lei non si sta rinnovando, è come bloccata in una sfera sospesa in aria.
Il gatto le salta in grembo, come per consolarla, tutte e due sono esseri indipendenti, lui per natura e lei per come il destino ha disegnato la sua esistenza.
Per distrarsi Lucia prende il giornale del giorno prima e si mette a leggere, anche se soprappensiero. Nella pagina della cronaca la colpisce un titolo: E’ aperta la caccia all’evaso dal carcere.
Anche lei vorrebbe evadere, si sente in gabbia, anche se non è colpevole di nulla.
Lucia non si arrischia ad uscire di casa per andare in centro perché c’è l’allarme per il diffondersi del coronavirus in piena evoluzione di contagio. Il suo virus si è insinuato in lei da un po’ di tempo e la corrode in continuo, è una forma di depressione che è arrivata dopo l’abbandono del lavoro.
Lucia si alza, vuole ascoltare un po’ di musica classica che la calma, sceglie Rhapsody in Blue di Gershwin.
Lucia si era appassionata di fotografia, riusciva ad immortalare quella sfumatura del paesaggio o di quel particolare di una persona che dava il senso a quell’attimo, aveva una predisposizione naturale a scegliere il momento giusto per lo scatto. Era diventata una brava fotografa professionale e ciò aveva dato un senso alla sua vita. La sua esistenza, però, procedeva anch’essa a scatti, un periodo positivo ed uno negativo, non trovava continuità, era perennemente alla ricerca di antidoti alle ansie ed agitazioni.
L’album dei suoi ricordi era ricco di occasioni mancate per la sua indecisione a scegliere, certe sere si riguardava le foto, tante, e le sembrava che tutto il bello era lì, immobile, imprigionato e si domandava come sbloccare il fermo immagine e fare proprio quel che di positivo aveva visto e fotografato.
Lucia gira la pagina del giornale e legge: “L’osservatorio di Sormano in Provincia di Como scopre una nuova stella ai confini della nostra galassia e viene classificata con la sigla LTM acronimo di Lu Truvada Mi”. Lei pensa che potrebbe essere la sua buona stella che la condurrà in un mondo di benessere.
La giornata si preannuncia come la migliore nella classifica delle ultime dieci.
Le note di Gershwin senz’altro la aiutano a sfornare una buona torta e, pertanto, Lucia mette le mani in pasta e prepara una ciambella. Mentre procede la cottura, Lucia pensa al suo Renzo, a quanto è cotta di lui e lo immagina lì vicino con quella sua aria trasognata, di incantatore di serpenti, le sembra di udire la sua voce calda, pacata che le spiega perché la luna influenza le maree e l’imbottigliamento del vino. Lucia chiude gli occhi e si lascia trasportare in un mondo di piacere e leggerezza, le pare quasi di sentire il profumo di Renzo. In effetti c’è profumo nell’aria, ma è quello della ciambella ed infatti in quel momento il forno si spegne perché la torta è pronta.
Messa sul vassoio, la ciambella sembra che le parli, che racconti che ogni cosa ha il suo punto debole, il suo buco. Anche Lucia è consapevole di dover riempire il buco della sua esistenza e, improvvisamente, si scuote, si illumina, comprende tutto, ora ha ben chiaro ciò che deve fare. Finalmente ha trovato la chiave per aprire quella porticina nella sua testa che, ostinatamente, si rifiutava di considerare, tutte le altre porte le aveva aperte, una dopo l’altra, anno dopo anno, ma quella lì, la più importante, l’aveva tenuta sempre chiusa.
Lucia non riesce più a stare ferma, va in camera, apre l’armadio e decide di vestirsi giovanile, con camicetta a fiorellini rosa su una gonna blu, sopra il ginocchio. Una pennellata di fard, un po’ di ombretto, una pettinata ai capelli ricci castani, una goccia di collirio che le dà più luce agli occhi verdi e Lucia si è trasformata.
Manca ora il tocco decisivo, la svolta, il passato alle spalle, il futuro a portata di mano.
Lucia esce, quasi di corsa, va in centro, entra in farmacia e compra il necessario. Il cammino di ritorno è una cavalcata entusiasmante, sempre più assordante, si sente trasportata dagli eventi, è un crescendo di piacere e di gusto della vita. Tutto intorno ha una veste diversa, nuova, non c’è nulla che non le piaccia eppure, fino a ieri…
Rientra in casa, il gatto le va incontro, ha capito il cambiamento della sua padrona, a suo modo lo condivide.
Lucia apre il pacchetto della farmacia, fa quello che deve fare ed aspetta. Dopo un po’, agitata, prende il telefono e chiama Renzo: “Ciao, sono incinta!”.
Lucia si lascia andare sulla poltrona, gusta una fetta di ciambella e si accinge ad aspettare Renzo ed il figlio.