Durante il lockdown causato dalla pandemia di Covid-19, un bibliotecario spagnolo, Juan Sobrino, ha letto al telefono racconti e poesie a quegli anziani che l’isolamento aveva condannato alla solitudine.
Lui si chiama Juan Sobrino e di professione fa il bibliotecario a Madrid. La sua vita trascorre tra scaffali di libri, richieste di prestiti, consultazioni di annali, ricerche di studenti e riletture dei classici da parte di chi la scuola non la frequenta più da decenni. Tutto questo finché il Coronavirus non si è affacciato sul mondo e ne ha preso possesso. Lockdown forzati, persone rinchiuse in casa, contatti umani ridotti per molti, azzerati per tanti, troppi. Fra questi, moltissimi anziani, costretti all’isolamento per preservare la propria salute.
Juan Sobrino, quindi, decide di condividere con le persone anziane ciò che ha: i libri. In accordo con la biblioteca Soto del Real presso la quale lavora, Juan inizia a chiamare al telefono gli anziani soli e a leggere loro dei libri di narrativa oppure delle poesie, a seconda delle preferenze di chi lo ascolta.
L’intento di Juan è quello di alleviare la solitudine degli anziani e alleggerire il loro isolamento sociale. La sua iniziativa, però, non è rimasta isolata; a lui si sono uniti molti altri volontari che, a turno, hanno chiamato molti altri anziani, costruendo una vera e propria rete di solidarietà seppure via telefono. Ogni volontario che ha partecipato al progetto, ogni settimana ha chiamato sempre la stessa persona costruendo, quindi, con essa anche un legame emotivo molto intenso, legame che si è consolidato nel tempo e che è stato in grado di dare sollievo alla solitudine patita.
La biblioteca Soto del Real, però, non è nuova a questo tipo di esperienza: già nel 2013 aveva istituito un servizio di biblioterapia per anziani che prevedeva letture di libri e poesie; durante le sedute, lettori e ascoltatori si incontravano nei locali della biblioteca.
L’utilizzo della biblioterapia negli anziani viene considerata come un vero e proprio trattamento medico, anche se non farmacologico.
Ricerche condotte dall’Università di Liverpool hanno evidenziato, infatti, che la biblioterapia infonde un senso di benessere e aiuta a migliorare l’umore. Per l’87% dei soggetti analizzati, la lettura di gruppo ha aumentato la concentrazione, il 73% ha manifestato una maggiore integrazione sociale e l’86% ha visto diminuire l’ansia.
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