Un pezzo di Made in Italy, lo storico marchio Bialetti, è stato acquistato dal gruppo cinese Nuo Octagon.
Anche il caffè in Italia guarda a Oriente. Il gruppo Nuo Octagon, controllato dal cinese Stephen Cheng, ha sottoscritto infatti due contratti di compravendita per l’acquisto del 78,56% del capitale sociale di Bialetti Industrie. La conclusione dell’accordo è prevista entro la fine del mese di giugno 2025. Intanto però il più sembra fatto e Bialetti, storico marchio italiano del caffè, è passata ai cinesi. Dopo la chiusura dell’accordo verrà promossa anche un’Opa obbligatoria sulle restanti azioni in circolazione dello storico marchio.
La compravendita – si legge nella comunicazione della società italiana – si inserisce nell’ambito di una più ampia operazione legata al rifinanziamento dell’indebitamento di Bialetti oggetto dell’accordo di ristrutturazione. Rifinanziamento dell’indebitamento che avrà luogo mediante: un finanziamento junior da 30 milioni; un finanziamento senior di 45 milioni; apporti di equity da parte di Nuo Octagon per almeno complessivi 49,5 milioni.
Bialetti punta all’estero con il supporto dei cinesi di Nuo
“Ho acquistato questo meraviglioso marchio più di 30 anni fa – dichiara Francesco Ranzoni, presidente del consiglio di amministrazione di Bialetti Industrie -. Bialetti oggi è una realtà internazionale con un grande potenziale. In questi anni abbiamo attraversato momenti storici complessi, ma con passione, dedizione e spirito di squadra siamo sempre riusciti a guardare avanti e a far crescere l’azienda. L’ingresso di Nuo rappresenta ora una leva strategica per rafforzare ulteriormente il brand e consolidarne il posizionamento sui mercati esteri”.
Urso, favorevoli a investitori stranieri, produzione non si sposta
L’acquisizione da parte di un’azienda cinese del marchio Bialetti “non significa che la produzione si sposta in un’altra sede. Noi non siamo contrari agli investimenti stranieri nel nostro Paese, anzi siamo favorevoli. Gran parte delle crisi industriali, anche storiche, sono state avviate a risoluzione con investitori stranieri che decidono di puntare su Italia”.
Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, all’evento Radici e futuro: il Made in Italy tra arte e impresa organizzato da Conflavoro al Mimit in occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy. “In un mondo in cui crescevano dazi e sanzioni, in un mondo destrutturato, l’Italia ha saputo meglio di altri intercettare le crescite globali sia per la crescita dell’export sia per l’accoglienza di investitori esteri”, ha chiosato poi il ministro.
(Foto apertura: Robert Wangsa/Shutterstock.com)
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