Massimo Bertellini
Vive a Mirandola (Mo). Si dispone all’ascolto dei sussurri della vita cercando di farne tesoro ed esserne tramite per chi li accoglie. Partecipa al Concorso 50&Più per la tredicesima volta.
Disvèlami, o vita, perché sul far della sera,
quando caduco diviene anche il bianco crine,
mi carpisci la tenerezza, in cui ciascun spera
per meglio acceder agli aneliti d’ineluttabile fine!
Forse perché dall’auree monete che m’hai largite,
io non seppi cogliere frutto in alcun frangente
e adesso, con risoluto e inesorabile giro di vite,
mi imponi ol tributo come uno strozzino fetente?
Meditabonda esser dovrebbe soglia di vecchiezza,
per cui, rifletter su l’umana vicenda e i suoi giuochi,
parrebbe come in belle gioventù viver d’ebbrezza,
pur se le membra e il parlare oramai son fiochi!
Perché dunque mi sobbarchi d’angosce ed affanni,
ad inattesi intervalli, fardello greve pel fiacco cuore?
Cagiòne ne è stata l’indocilità dei miei verdi anni,
che non palesarono mai rimorsi e neppure timore?
Perché ciò a cui profusi abnegazione e amor sincero,
che imperitur putavo, sgretolato s’è come mura possenti
di Gerico agli squilli di tromba d’un cinismo severo?
Perché crollano i nudriti affetti che pria reser contenti?
Vacillante è la fede al cospetto dell’amore tradito,
ma odio e vendetta non sazian e dan strazio sicuro;
molto soffre chi di fiele si strugge per quel di subito,
fors’è banco di prova per conseguir compenso futuro?
E pur non sgorga il pianto, che sempre giova
per lenire il dolor che memoria a membra spande;
or già il cuore fatto macigno risoluzione non trova,
sol resta la speme nell’ausilio dell’Amor più Grande!
Sanguinante l’alma, come trafitta da puntuta spada,
sul brunir del crepuscolo vedo accendersi fiammelle,
dalla dischiusa ferita scorgo la mia futura strada,
al Ciel porta la traccia: andrò ad incontrar le Stelle!