Un valido aiuto per contrastare la fastidiosa sintomatologia menopausale è fornito dagli ormoni bioidentici, ricavati da sostanze vegetali. Ma attenzione alla somministrazione “fai da te”, che può diventare dannosa
Si affaccia, più o meno, verso la quinta decade d’età. Ma sembra non essere più (considerata) l’inizio del “declino”. La menopausa sorprende le donne dei nostri tempi sulla ribalta familiare, professionale e sociale ancora in primo piano. E, grazie alla “conquista” della longevità, cariche di un lungo futuro davanti a sé.
Si vorrebbe attraversare naturalmente in buona salute e senza crisi esistenziali questa fase particolare della vita femminile, che coincide con la chiusura dell’età potenzialmente fertile.
Tuttavia il nuovo assetto ormonale dettato dalla menopausa, in particolare per la carenza di estrogeni, determina una serie di disturbi variabili da una donna all’altra per frequenza, intensità e durata. Le alterazioni del metabolismo osseo, lipidico e glucidico incrementano il rischio di osteoporosi, diabete, obesità, malattie cardiache e cerebro-vascolari. Vampate di calore, insonnia, sudorazione notturna, senso di stanchezza, difficoltà di controllo del peso corporeo, secchezza vaginale, calo della libido e instabilità emotiva peggiorano la qualità della vita.
Per contrastare e alleviare la fastidiosa sintomatologia menopausale, il ricorso a terapie che prevedono l’assunzione tra l’altro di ormoni bioidentici, integratori, prodotti fitoterapici e formulazioni nutraceutiche, sovente preferite ai prodotti convenzionali cosiddetti “di sintesi”, è sempre più frequente. Con quali benefici?
Ne parliamo con Osvaldo Sponzilli, direttore dell’Ambulatorio di Medicina Anti-aging, Omeopatia e Agopuntura presso l’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli a Roma, nonché docente di Medicina Integrata presso gli atenei capitolini de “La Sapienza” e di “Tor Vergata”.
Professor Sponzilli, lei è esperto di BHRT, anglo-acronimo che sta per “Bio-identical Hormone Replacement Therapy”, ovvero “Terapia ormonale sostitutiva con ormoni bioidentici”. Qual è la differenza con la terapia ormonale sostitutiva (TOS) classica?
Tutti gli ormoni bioidentici sono tali perché effettivamente identici nella struttura chimica e molecolare a quelli prodotti normalmente dal nostro corpo, responsabili della regolazione di molte, se non tutte, le attività metaboliche. Nella TOS vengono utilizzati soltanto due ormoni: progesterone e beta estradiolo, in genere a dosi abbastanza elevate; mentre la BHRT ne propone un ventaglio molto ampio. A partire dal pregnenolone – “la madre di tutti gli ormoni” -, da cui originano tutti gli ormoni sessuali maschili e femminili (testosterone, estrogeni, progesterone); poi, il DHEA (deidroepiandrosterone), l’estriolo, il testosterone. Gli ormoni bioidentici non sono realizzati in laboratorio come i loro “cugini” di sintesi utilizzati nella TOS, ma si ricavano perlopiù da sostanze vegetali quali, ad esempio, la patata dolce americana, l’igname selvatico o il tribolo.
Li possiamo definire “naturali”?
La naturalità deriva dal fatto che le molecole degli ormoni bioidentici sono uguali in tutto a quelle umane ed essi vengono somministrati sotto forma di preparazioni galeniche magistrali, allestite in farmacie specializzate dietro presentazione di ricetta medica. È bene ribadire che gli ormoni bioidentici sono ormoni a tutti gli effetti. Ad alte dosi potrebbero avere effetti negativi. Devono essere sempre prescritti da un medico, dopo aver effettuato gli esami specifici sia ematici sia salivari, e la cura va monitorata nel tempo. La somministrazione avviene attraverso la via orale con capsule o compresse, sempre assemblate in laboratori galenici farmaceutici o, ancora, in compresse da sciogliere sotto la lingua; oppure in creme che possono essere applicate sulla cute dei polsi o dell’inguine o, in molti casi, direttamente a livello vulvare nella zona sotto clitoridea.
Nel trattamento dei (più comuni) disturbi della menopausa, quando è consigliabile optare per la terapia con i bioidentici?
Senza dubbio la BHRT è consigliata alle donne che hanno paura o resistenza ad affrontare la terapia ormonale sostitutiva classica per l’influenza negativa, che alcune sperimentazioni hanno dimostrato, nelle problematiche di cancro al seno.
La BHRT è priva di rischi?
I dosaggi con cui si somministrano gli ormoni bioidentici sono bassissimi, potremmo dire in “low dose”, simili a quelli che produce il corpo umano all’età di quarant’anni nella donna. Alcune sperimentazioni americane mettono in guardia anche contro con la somministrazione di ormoni bioidentici per il rischio del cancro al seno. Ma questo perché in America gli ormoni bioidentici sono di derivazione chimica e non vegetale e vengono venduti liberamente nei supermercati, cosa che in Europa non è permessa. Infatti, in Italia, come nel resto d’Europa, devono essere prescritti – è importante sottolineare questa differenza – da medici esperti nella materia con ricetta galenica magistrale. I dosaggi che si usano negli Stati Uniti sono altissimi e quindi pericolosi, contrariamente a quello che facciamo noi in Italia con prescrizioni personalizzate e dosaggi bassi simili a quelli fisiologici.
In sintesi, quali sono i vantaggi di questa nuova strategia ormonale per la menopausa?
I vantaggi fondamentali della terapia BHRT sono quelli di una terapia personalizzata, differente da donna a donna, in base ai suoi sintomi e soprattutto alla sua genetica. Ciò non è possibile con la TOS, in cui si utilizzano esclusivamente prodotti confezionati in dosi standard e dove le uniche possibilità terapeutiche sono rappresentate esclusivamente dagli ormoni progestinici e dal beta estradiolo.
Trasferiamoci sul versante maschile: quali sono gli ormoni bioidentici raccomandati per curare i sintomi dell’andropausa?
Senza dubbio, il pregnenolone, che ha il vantaggio di preservare la memoria, di rallentare il processo di invecchiamento e di migliorare il rendimento sessuale maschile; a volte accoppiato, con cautela, al testosterone. Esiste comunque tutta una serie di ormoni “low dose”, cioè a dosaggi molto bassi che possono essere utilizzati con il metodo omeopatico.
Quali vitamine bisogna tenere sotto controllo in menopausa?
Le vitamine essenziali in menopausa non solo per il mantenimento dell’equilibrio ormonale ma per lo stato globale di salute sono la B6, la B3, l’acido folico, la vitamina D, la vitamina E e l’acido ascorbico o vitamina C. Quest’ultima in forma ascorbato di potassio ha evidenziato una notevole azione nella prevenzione delle patologie degenerative.
È utile l’assunzione di fitoterapici? E, in particolare, di quali?
Sì, solo se prescritti dal medico. Si tratta di sostanze che hanno un’azione farmacologica. Vale anche per le vitamine. Il “fai da te” è (sempre) pericoloso. È importante evitare l’autoprescrizione. Solo il medico può valutare attentamente la necessità della prescrizione terapeutica e le possibili interazioni con eventuali altri farmaci o integratori. La fonte più pregiata di fitoestrogeni è rappresentata dal trifoglio rosso e dai derivati della soia, ricchi di isoflavoni, sostanze che hanno struttura e azione analoga a quelle degli ormoni femminili. Anche la maca, le cui virtù medicamentose erano già note agli Incas, ne è ricca. La maca possiede un effetto energizzante e antiossidante, stimola inoltre la secrezione di endorfine e serotonine, due ormoni legati al benessere e al buon umore, limitando la sintesi del cortisolo, un ormone dello stress che tende ad aumentare con l’invecchiamento. Gli isoflavoni sono presenti pure nella cimifuga e nella salvia.
L’agnocasto è invece in grado di aumentare la produzione degli ormoni progestinici. Il ginseng ha proprietà adattogene e toniche, favorisce la capacità dell’organismo di adattarsi allo stress rafforzando il sistema immunitario, endocrino e nervoso, migliorando le capacità fisiche e mentali.
Il tribolo stimola la produzione di ormoni androgeni al pari della muira pauma, una piccola pianta nativa della foresta amazzonica, nota come “albero della potenza”.
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