Già da tempo la Cina ha cominciato a reagire all’aumento d’età della popolazione con una serie di contromisure. Oggi, secondo le statistiche, il gigante asiatico conta oltre 249 milioni di persone con 60 o più anni, pari a quasi il 18% dell’intera popolazione. Di questo passo, entro il 2035, la percentuale raggiungerà il 25%.
All’inizio di quest’anno il Consiglio di Stato cinese ha pubblicato alcune linee guida a sostegno degli istituti di assistenza agli anziani nella fornitura di servizi a domicilio. Le Banche del Tempo (timebanks), in questo caso, risultano essere uno strumento di supporto specifico.
Inventate negli Anni ’80 dall’americano Edgar Cahn, le Banche del Tempo sono istituti di credito molto particolari: i soci-correntisti hanno come unità di misura il “tempo”. Gli scambi soddisfano bisogni materiali e immateriali, ma invece di un valore monetario ne generano uno che crea cultura, solidarietà e benessere per tutti. Nel Regno Unito, in Francia, Spagna e Germania si sono sviluppate prima e meglio che nel nostro Paese. In Italia hanno avuto uno sviluppo notevole dagli Anni ’90 in poi attraverso i canali dell’associazionismo, delle Onlus e del volontariato. Gli scambi promossi hanno fra i principali settori di impiego quello dei servizi alla persona, soprattutto servizi per la casa e di assistenza agli anziani. In tutto il mondo oggi ci sono più di 1.000 timebanks.
Secondo un’indagine pubblicata lo scorso 20 novembre dal quotidiano China Youth Daily, più del 65% degli intervistati – su un campione di 4.557 persone – ha dichiarato che vorrebbe provare le banche del tempo, quasi il 15% non è interessato e il 20% circa è indeciso. Allo stato attuale, le banche del tempo sono state organizzate a Pechino, Nanjing, Chongqing, Chengdu e altre città. La maggior parte di esse operano su base comunitaria e, già dal 2012, Nanchino sta sperimentando delle timebanks che possono contare su circa 26.000 volontari. Tuttavia, in Cina, sussiste un problema peculiare e non si tratta solo del numero crescente di anziani, ma della mobilità dei volontari in un Paese tanto esteso. Com’è possibile infatti garantire il trasferimento e lo scambio di tempo di volontariato in più luoghi? La risposta sembra arrivare da Jianye TimeBank, una mini-app su AliPay, la piattaforma cinese di pagamento on-line del colosso Alibaba. Utilizzata ad ottobre scorso dalla comunità di Taoyuan, permette agli utenti di registrare il tempo disponibile per il volontariato e i servizi di scambio attraverso la tecnologia blockchain, considerata una modalità affidabile in termini di sicurezza e trasparenza.
Il 20 novembre scorso il progetto è stato esteso a tutto il distretto e TimeBank ha cominciato a collegare online i volontari con le persone anziane in difficoltà per fornire aiuto, ad esempio con la consegna del cibo, la pulizia della casa e i servizi medici. Funziona? Sembra di sì, come ha testimoniato Wang Shaokang, un volontario di TimeBank nella città di Nanchino. Dopo aver visto una richiesta sull’app, Wang ha cliccato “accetta”, poi ha consegnato un pasto caldo da un centro servizi per anziani alla casa di una coppia di senior. E ci sono voluti solo 30 minuti per fare il tutto.
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