Daniela Balbiano Borasio.
Nonna di tre nipoti, sciatrice (ha vinto 3 medaglie d’oro alle Olimpiadi invernali 50&Più) e amante dello sport. Ama leggere e scrivere. Partecipa al Concorso 50&Più per l’ottava volta; nel 2014 ha ricevuto la Menzione speciale della giuria per la prosa, nel 2015 la Farfalla d’oro sempre per la prosa e nel 2016 la Superfarfalla. Vive a Vercelli.
Tutto ha avuto inizio in un tiepido settembre. Davanti al blu del mare ho deciso di raccontare il mondo sportivo dei 50&Più.
Avendo partecipato fin dalla prima Olimpiade a Marispica, quindi conoscevo quasi tutti gli atleti e guardarli dal di fuori poteva avere un sapore diverso.
Marispica è stato l’inizio, poi venne Olimpia. Indimenticabile, respiravi l’aria degli Dei, dei discoboli, quella notte dell’inaugurazione, tra vestali e fuochi accesi sulla spiaggia a due passi dal mare, eravamo nel luogo dove tutto era cominciato.
Nessuno di noi dimenticherà quella notte, eravamo i primi, poche regioni, pochi iscritti, niente divise: sono stati anni molto diversi da oggi con persone diverse, veri amici conosciuti in un attimo, dialetti che si incrociavano: si correva per mano fino al traguardo, si festeggiava insieme alla sera a cena la vittoria di tutti.
Cercherò di raccontare, osservando questo mondo di donne e uomini bianchi e blu, perché bianche e blu sono le divise che vengono distribuite il primo giorno, nel caos totale, sono anni che mi chiedo perché tutte le donne vogliano la Small che dopo dieci minuti è esaurita, anche quando ormai fa parte della tradizione.
Ricordo ancora le signore pioniere in gara con tacchetti, filo di perle al collo, borsette, ben lontane dalle tutine avveniristiche degli ultimi anni.
Noi legammo subito con Cortina e Belluno, la lotta era spietata, una volta noi, una volta loro.
Diventammo un gruppo solo di grandi amici, alla sera contavamo le medaglie tutti insieme, in quel luogo di grande storia si respirava il miglio di noi.
Al gruppo apparteneva Amabile, una domma spiritosa, vinceva qualsiasi specialità, di un umiltà incredibile da renderla scontrosa, tanto forte da essere stata buttata da una malattia ma non su campo sportivo. Ne sentiamo sempre la mancanza.
Per Cortina correva Osvaldo. Non era mai entrato in una piscina ma volle partecipare alla gara di nuoto. Nel tempo si perfezionò molto fino a quando riuscimmo a non ripescarlo dal fondo, anche lui non è più dei nostri ma rimarrà sempre un magnifico nuotatore libero e un grandissimo amico.
Lo accompagnava Onorata, che sfoggiava tutte le sere un costume altotesino diverso, non ho mai incontrato simili coppie.
A capo del gruppo c’era Renato, con la sua Gina. Un organizzatore nato, conosceva tutto il regolamento a memoria, non ricordo quante volte scrisse a Roma per ricorsi e modifiche. Penso che l’archivio di Roma ne sia pieno a suo ricordo. Ora si è calmato, il tempo lo ha premiato e Gina gli è vicino.
Negli anni si aggiunsero tante province, la più numerosa era Venezia, capitanata a un grande Zanatta, personaggio divenuto storico. Con lui ero o vero amore e ammirazione oppure grande antipatia. Ricordo quando chiamava all’appello “le sue ragazze” in fila per le freccette o in canestro, creava una sportiva in grado di vincere solo con lo sguardo.
Ci ha lasciato su una rossa pista al mare, forse era un suo destino. Ci mancherà, nessuno è stato in grado di sostituirlo.
Eccoci qui si parte: si sente l’eccitazione, per portare un punto sono fili e file interminabili che attendono pazientemente il loro turno per lanciare una freccetta o fare un canestro; questo è il vero spirito decubertiano.
Oggi bocce: arriva lo squadrone granata, tutti uguali, tutti super allenati.
E’ tutto l’inverno che giocano. Al loro passaggio si apre la folla, impressionante è l’attenzione.
E’ stata una bella gara combattuta, uno scontro duro, fono all’ultimo pallino, bellissime partite.
Torino ha dominato, possono tornare ad allenarsi per il prossimo anno.
E’ stato un brulicare di bianco e di blu, un grande caos. Non manca certo il pubblico e neppure i fans: è il giorno del nuoto. La piscina, enorme, non riesce a contenere tutti. Quelli che non partecipano si tufferebbero con loro, sono tutti sul bordo, infradito e costume applaudono.
Tutti gli stili sono leciti, basta stare a galla e senza affondare arrivare al bordo. Mi torna in mente Osvaldo di Belluno, forse oggi li avrebbe battuti tutti.
La battaglia è all’ultimo respiro, all’ultima bracciata. E’ naturale che chi vive al mare sia in forma e abbronzatissimo; il mio tifo è Genova.
C’è un nuotatore molto bravo che ho saputo essere di Milano. Non c’è glamour che tenga, ha disegnati sul petto cinque cerchi colorati, mi auguro che abbia usato colori a acqua.
Dalla scaletta salutano, prima di scendere, novelli gladiatori in costume da bagno e occhialini.
Il popolo acclama, alla fine hanno vinto tutti: bravi e coraggiosi.
E siamo arrivati alla marcia: è stato commovente, lo so che non si addice l’aggettivo ma una marcia tanto competitiva, ma così l’ho vissuta. Un fischio e sono sparititi in un attimo. I vecchi ricordi sono riaffiorati, sembrava fossero tornati tutti a correre in bianco e blu, davanti i grandi, dietro le donne con tutte le magliette dei 50&Più. Solo Bruna Bombardieri ha attraversato il traguardo con una tutina aderente di pizzo rosa… grazie ragazzi!
Oggi tutti a pedalare. Il grande Francesco Moser ci tiene compagnia e si fa ammirare.
Gara fantastica, affascinante, un caldo allucinante, con un percorso diritto, dritto. Abbiamo anche avuto la sorpresa di correre con una Fiat Punto che trasportava una barca enorme e per un’attimo ho temuto che tutti ci salissimo sopra.
Chi ha vinto? Gli atleti, è normale, tra loro l’inossidabile Amatore, capelli grigi liberi al vento, è rimasto quello di Olimpia, un uomo semplice, un vero atleta supportato dalla inseparabile moglie.
Ai tempi per una maglia sponsorizzata da una ditta bolognese, in una gara gli dedicai con affetto il soprannome di “tortellino” e così per me è rimasto negli anni.
C’è molto azzurro in giro. Lodi è arrivata con uno squadrone tutto blu dipinto di blu, spero c’è la facciano, sono di una simpatia prorompente. Organizzatissimi, coordinati da un grande presidente Pietro.
Siamo al giorno del gioco più nobile, l’arco. Su quattro pedane, quattro atleti per volta. I nobili arcieri si sfidano, sono immobili, impugnano l’arco, lo tendono, la corda vibra, un sibilo e la freccia vola verso il bersaglio.
E’ uno sport da godere anche da spettatore, quella freccia che segui ti inganna e vola sul colore sbagliato, è un tuffo al cuore.
Io sono incollata alla rete di protezione, attorno alberi secolari, pini. Sembra di vedere spuntare Robin Hood nella foresta di Sherwood.
Anche i migliori si emozionano, il cuore va a mille, grondano goccioloni di sudore, sono i moderni arcieri con l’alloro sul capo.
A me spettatrice sembrano tutti bravissimi ma anche qui i vincitori saranno eccezionali !
C’è stato un tifo da stadio, meravigliosi gli abbracci e pacche sulle spalle !
Oggi si chiude. Si chiude con la regina dello sport, la maratona.
Prima le donne, danno tutto con eleganza, gli uomini invece arrivano pronti alla maschera d’ossigeno.
Per Lecce ho un pensiero solo mio. È stata amicizia dal primo momento, tanto che alle premiazioni finali l’unica tuta bianca in mezzo a loro ero io. Maria, Ginetto e Antonio fanno parte della mia famiglia dei 50&Più.
E per finire, mi scusi il presidente Sangalli, c’è lui, il “capo”.
Affascinante, inafferrabile, per i 7 giorni, gocciolando, urla, si agita, bacia donne (solo oltre 60), ha una parola per tutti e un abbraccio.
Grazie Bruno, per tutti questi anni dedicati a noi.
Cosa sarà a spingere questi uomini a sforzi simili, non più giovanissimi? Sarà il punteggio, l’onore o il vero spirito decubertiano?
Ho imparato in questi anni che le persone possono essere grandi o piccole ma sono sempre e solo persone; tanto rispetto a chi mette si mette in gioco.
Abbiamo bisogno di riconciliarci con alcuni valori scomparsi, la lealtà, l’impegno, l’umiltà, la determinazione, la fatica e l’amicizia vera.
Vorrei tornare indietro ma non per vedermi giovane ma per rivedere gli amici perduti, il film dei nostri incontri e scontri, le parole dette e non dette, gli abbracci sinceri sul podio in mezzo a tutto quel bianco e blu.
Volete sapere chi ha vinto ?
Hanno vinto tutti!