Il 30% degli americani pensa che i baby boomers, ossia i nati fra il 1946 e il 1964, siano la generazione più affidabile sul posto di lavoro.
Il dato è emerso da uno degli ultimi sondaggi condotti dall’agenzia di ricerca e marketing Talker Research, che ha coinvolto un campione di mille persone adulte, rappresentativo di tutte le fasce d’età.
I dati
Analizzando le risposte in base alla data di nascita dei soggetti, è emerso che i lavoratori più adulti godono di maggiore autostima rispetto alle proprie competenze: il 71% dei boomers pensa infatti che la propria generazione sia la più performante sul piano professionale, mentre fra i giovani della Generazione Z, nati fra il 1997 e il 2012, il dato scende al 54%; fra i Millennials, nati fra il 1981 e il 1996, la percentuale di coloro che credono che la propria generazione abbia qualcosa in più delle altre da offrire al mondo del lavoro cala ulteriormente, fermandosi al 44%.
Le qualità dei baby boomers
I Baby boomers si considerano affidabili per gli anni di esperienza accumulati sul campo, soprattutto se per molti anni hanno operato nella stessa realtà aziendale, imparando a conoscerne punti di forza e di debolezza e instaurando sempre più familiarità con il sistema organizzativo. Con la crescita della vita media si resta al lavoro molto più a lungo: negli ultimi dieci anni l’età media del pensionamento è cresciuta di 2,4 anni. Ma l’apprezzamento nei confronti delle generazioni più adulte sul posto di lavoro non è largamente confermata dai giovani, che solo nell’1% per la Gen Z e nel 2% dei Millennials hanno risposto a favore dei senior.
Le sfide del mondo del lavoro contemporaneo
Esperienza e dedizione al lavoro non risparmiano dalle sfide che la tecnologia e i rapporti intergenerazionali pongono nella sfera professionale dei boomers: sempre più spesso è richiesta ai professionisti una grande flessibilità e capacità di modificare il proprio stile di comunicazione, a favore della digitalizzazione crescente e del dialogo con le giovani generazioni.
Ma se è vero che i cosiddetti “nativi digitali” sono più a proprio agio con il mondo della rete, dei social media e delle connessioni mediate da dispositivi, i “boomer” sono maggiormente in grado di affrontare le relazioni dirette, e il dialogo interpersonale senza filtri, che si tratti di colleghi, superiori, clienti.
Desiderio di conoscenza
Nonostante la consapevolezza dell’avvicinarsi all’età pensionabile, i baby boomers che hanno risposto al sondaggio hanno manifestato, in 6 casi su 10, il desiderio di imparare, e lamentato la frequente carenza di opportunità di formazione nelle proprie aziende. Il 43% dei rispondenti è convinto di avere una maggiore capacità di apprendimento rispetto al passato, dovuta alla maggiore pazienza e abilità di gestione del tempo che si acquisisce con l’età matura.
Studiare le lingue da senior
Un’altra recente ricerca condotta sempre da Talker Research e commissionata da Duolingo, l’App per lo studio delle lingue, ha rilevato che gli adulti possono contare su una maggiore capacità di soluzione dei problemi, che compensa la leggera perdita fisiologica della velocità di apprendimento. Inoltre, nonostante le differenze di età, tutte le generazioni sono accomunate dall’interesse per le lingue straniere: il 33% fra la Gen Z, il 41% fra i Millennials, il 46% fra la Gen X e il 40% fra i baby boomers.
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