Memoria: chi ha ne troppa e chi troppo poca. Ma questo è sempre un problema? Ne parla “Dimenticare: i benefici del non ricordare”, l’ultimo lavoro di Scott Small, professore di neurologia e psichiatria, a capo del Centro di ricerca sull’Alzheimer della Columbia University a New York.
“Se non riesci a ricordare dove hai messo le chiavi, non pensare subito all’Alzheimer; inizia invece a preoccuparti se non riesci a ricordare a cosa servono le chiavi”. Queste sono le parole di Rita Levi Montalcini, il premio Nobel per la medicina scomparsa dieci anni fa a Roma. Un concetto che, in qualche modo, emerge anche nella ricerca dell’Università americana. È tra le pagine del libro Forgetting: The Benefits of Not Remembering che ritroviamo il pensiero del docente della Columbia.
La normale dimenticanza ci regala una mente più flessibile
“La capacità di dimenticare ciò che non è essenziale aiuta il cervello a pensare meglio, a darsi delle priorità, a prendere decisioni più in fretta e migliori, e anche ad essere più creativi. In conclusione, la normale dimenticanza, in equilibrio con un’adeguata memoria, ci regala una mente più flessibile” dice Scott Small. La ricerca del team degli studiosi americani, inoltre, evidenzia benefici e disagi di che – invece – di memoria ne ha fin troppa. In questi casi si parla di ‘super memoria’.
“La memoria di ferro è solo quella autobiografica”
“Chi ricorda nei minimi dettagli che cosa ha mangiato a pranzo trent’anni fa non è capace più di chiunque altro di ricordare un numero di telefono o dove abbia messo le chiavi, perché la memoria di ferro è solo quella autobiografica, quella sui fatti della vita” dice ancora Small. “E averla non è un vantaggio: ricordare ogni dolore, rimpianto, esperienza traumatica imprigiona in un’esistenza sofferente” specifica – infine – il ricercatore americano.
Dimenticare è tanto importante quanto ricordare
Dimenticare è tanto importante quanto ricordare. Lo affermano anche due ricercatori canadesi che accendono i riflettori sull’altra faccia della medaglia della memoria: il dimenticare. Secondo loro non è un fallimento del meccanismo, ma, anzi, un ingranaggio fondamentale per il suo corretto funzionamento.
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