La Giornata internazionale per la consapevolezza sull’autismo si celebra oggi, 2 aprile. Diagnosi precoce e interventi personalizzati migliorano la qualità della vita. Ma sugli adulti con autismo, mancano ricerche e servizi.
Conoscere, per non sbagliarsi e per non sbagliare: è l’obiettivo della Giornata internazionale per la consapevolezza sull’autismo, che dal 2007 si celebra il 2 aprile in tutto il mondo. Colore simbolo della Giornata è il blu. Istituita dalle Nazioni Unite, ha lo scopo di informare e sensibilizzare sulle caratteristiche, i bisogni, le potenzialità e i diritti di chi ha un disturbo dello spettro autistico: un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo, caratterizzati da deficit persistente nella comunicazione e nell’interazione sociale.
I numeri
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Autismo (presso l’Istituto Superiore di Sanità), in Italia si stima che 1 bambino su 77 presenti un disturbo dello spettro autistico (ASD) e che i maschi siano colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Nel resto dell’Europa, la prevalenza del disturbo varia dallo 0,63% di Danimarca e Svezia, all’1,16% del Regno Unito. Negli Stati Uniti la prevalenza è cresciuta significativamente negli ultimi 20 anni, passando dallo 0,67% del 2000 (1 su 150), al 2,3% del 2018 (1 su 44) al 2,8% di bambini di 8 anni (1 su 36) nel 2020.
Le incertezze e le certezze
Non c’è chiarezza sulle cause di questa condizione: è però certo che “diagnosi precoce e intervento personalizzato sono strategici per migliorare prognosi e qualità della vita”. Lo ribadisce, in occasione della Giornata di quest’anno, la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINIA). “L’individuazione dei segni di rischio, la diagnosi precoce e l’intervento tempestivo – spiega Elisa Fazzi, presidente della SINIA – sono azioni strategiche per il miglioramento della prognosi e della qualità della vita dei bambini con ASD e dei loro caregiver. Oggi siamo migliorati in termini di diagnosi precoce e soprattutto nell’individuazione dei soggetti a rischio anche prima dei 2 anni: merito di una maggiore conoscenza del disturbo e della presenza di una rete diffusa di collaborazione tra i pediatri di libera scelta e i servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Quello che è importante è che i servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza su tutto il territorio nazionale abbiano a disposizione tutte le risorse necessarie per realizzare l’intervento precoce, richiesta che formuliamo insistentemente da anni e che a tutt’oggi non è ancora una realtà consolidata”.
Le risorse
In Italia, attraverso il Fondo Nazionale Autismo, è stata realizzata una rete specifica di coordinamento dei servizi territoriali. Si chiama Network NIDA (Network Italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico) e ha lo scopo di promuovere la diagnosi precoce dei Disturbi del Neurosviluppo e la presa in carico tempestiva e individualizzata. Il Network è costituito dalla rete dei servizi educativi della prima infanzia, dei pediatri di famiglia, delle neonatologie e terapie intensive neonatali. Riferimento finale e specialistico sono le Unità Operative di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’autismo over 50
Sebbene l’autismo sia un disturbo che dura tutta la vita, difficilmente si parla di autismo degli adulti. Mentre per i bambini e ragazzi esistono ricerche, percorsi sanitari, riabilitativi e psico-educativi, la situazione è ben diversa per gli adulti e gli anziani. In particolare, la ricerca dedicata all’autismo negli over 50 è ancora più limitata. In Svezia, nel 2018, è stata condotta un’indagine su 601 persone con una fascia d’età compresa tra 55-96 anni. Essa ha rilevato una maggiore incidenza, in questi soggetti, di disturbi psichiatrici come ansia e disturbi psicotici, ma anche un maggior rischio di sviluppare patologie degenerative come la Malattia di Parkinson. Al tempo stesso, però, alcuni comportamenti problema possono migliorare con l’età. Questo aumenta l’efficacia degli interventi e permette un miglior apprendimento di nuove abilità e il potenziamento di quelle già apprese.
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