“Nella rubrica precedente vi invitavo a segnalare eventuali atti o pensieri razzisti nei vostri confronti. Mi avete scritto in molte”.
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Fra tutte le forme di razzismo, la peggiore è quella che i Paesi anglofoni chiamano “ageism”, termine coniato nel 1969 da Robert Neil Butler.
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“Prendo spunto da una lettera che mi ha davvero colpita”, scrive Lidia Ravera. Una considerazione sulla voglia di ricominciare a 70 anni.
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Come saremo a 80 o 90 anni? Saremo “amabili”. Amabili in quanto capaci di amare, saremo e ci sentiremo speciali.
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Dovremmo imitare i bambini e buttarci in ogni giornata con curiosità per le 16 ore di veglia che si stendono davanti a noi.
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Che cosa vi fa più paura della vecchiaia? È la domanda che Lidia Ravera pone ai lettori di 50&Più di tutte le età.
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Partendo dal libro “La nuova Longevità. Un modello per prosperare in un mondo che cambia”, Lidia Ravera ci invita a cambiare prospettiva rispetto l’età.
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In questo episodio de “Il terzo tempo”, Lidia Ravera racconta di un episodio estivo in cui si vive la paura di invecchiare.
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Tema: l’ingratitudine dei figli. Se non ne volete parlarne, saltate questa pensosa pagina, perché è l’argomento su cui intendo intrattenervi.
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Contro uno strisciante razzismo antietà, serve alle donne senior una “Carta dei desideri”, obbiettivi verso cui convergono tante battaglie per la pari dignità.