Forse questi tempi di perdurante crisi – tra pandemia e conflitto alle porte d’Europa – indurranno gli italiani a rivedere scelte e consumi alimentari, ma, per certo, finora, il nostro rapporto con spesa e frigo ha avuto più di qualche inciampo.
I dati dello spreco alimentare
A certificarlo, i dati prodotti dal report di Waste Watcher International, l’osservatorio che monitora gli sprechi. Torna infatti ad allargarsi la forbice tra quanto mettiamo nel carrello e quanto poi riusciamo oggettivamente a consumare. Nella spazzatura finisce infatti una media 595,3 grammi di cibo a testa, a settimana; il che vale a dire più di 30 chili l’anno.
I prodotti freschi
Sotto la lente d’ingrandimento dei prodotti che finiscono in modo più costante nella pattumiera troviamo alimenti ad alta deperibilità, poiché riconducibili alla catena del fresco. Si tratta in primis di frutta fresca (27%, cui seguono cipolle, aglio e tuberi (17%), pane fresco (16%), verdure (16%) e, quindi, insalata (15%).
Occhio al carrello
E, in fondo, chi di noi può dirsi immune a tale tendenza? Chi va al mercato o al supermercato comprando ogni volta lo stretto necessario? C’è anche da dire che, essendo ormai da tempo cambiate le nostre abitudini di vita, di rado c’è chi ha possibilità di fare spesa ogni giorno comprando l’indispensabile. I più vanno per acquisti una volta alla settimana rischiando di portare a casa più quanto poi consumeranno.
Chi spreca di più
Maglia nera dello spreco alimentare, stando all’osservatorio succitato, sarebbe il Meridione (+18% rispetto alla media nazionale) e alle famiglie senza figli (+12% rispetto alla media italiana). Dati che comunque segnano una controtendenza rispetto al biennio precedente dove si stavano sviluppando forme d’acquisto più misurate e soprattutto commisurate al necessario.
I rincari
Ecco perché, tanto più in una fase così delicata come quella che stiamo vivendo – nella quale, per altro, i rincari del gasolio potrebbero portare a cicliche battute d’arresto anche del trasporto su gomma – occorre prestare sempre maggiore attenzione ai consumi: soprattutto agli sprechi. Piccola nota a margine: vale complessivamente 7,37 miliardi di euro lo spreco del cibo nelle nostre case.
Come risparmiare
Conviene perciò immaginare un uso più attento delle nostre risorse in budget per la spesa, mentre la via maestra – per tutti – resta quella di un cambiamento di rotta, a livello culturale, che sia di incentivo alle buone pratiche quotidiane. Come fare non è difficile ma, di certo, necessita di un briciolo di organizzazione.
Innanzitutto, meglio programmare la spesa piuttosto che correre al supermercato ignorando cosa si abbia in frigo (il rischio di doppioni, specie se di fresco, porta per direttissima i prodotti in pattumiera). Poi, se possibile, è utile provare a pianificare i pasti della settimana in modo da calibrare bene la giusta quantità di acquisto di cibo. In terza battuta, non cedere alla tentazione di pubblicità e a non sempre veritieri sconti al supermercato: al di là del prezzo tutto da verificare, può non occorrere una tale quantità di alimenti. Una volta a casa, è prezioso disporre i prodotti in base alla loro scadenza: il poco ordine può indurre in confusione e dunque far deteriorare prodotti che hanno più rapida scadenza. Congeliamo poi ciò che non riusciamo a utilizzare, magari sporzionando i prodotti conservandoli ad uso successivo. E attenzione: a dispetto di quanto si creda, i cibi scongelati, una volta cotti, possono poi essere ricongelati.
Nella frenesia quotidiana, vi sembra tutto un po’ più complicato? Lo è. Ma ne vale la pena. Gli sprechi sottraggono sostanza al nostro sul budget e, col tempo, alleggeriscono senza senso il nostro portafoglio.
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