77 anni e non sentirli: auguri Mamma Rai! Compie gli anni la Rai Radiotelevisione Italiana, con i suoi programmi e personaggi che hanno fatto la storia.
Un tempo la televisione non si guardava dai telefonini, né da televisori al plasma grandi come una parete. Tanti ricordano lo schermo a tubo catodico. In bianco e nero. Interferenze e immagini per nulla pulite. Ed era monopolio ancora. Non si parlava di transizione al digitale, televisioni satellitari, Pay-per-view, Netflix e Dazn. Ora il ricordo del sorriso composto delle Signorine Buonasera e delle lunghissime gambe delle gemelle Kessler fanno sorridere ed è davvero preistoria. Ma c’è stato un tempo in cui le famiglie italiane erano troppo povere per potersi permettere un televisore in casa e si riunivano per guardare i programmi tv al bar oppure al cinema parrocchiale. E poi, tanti ancora in Italia erano gli analfabeti. A insegnare l’italiano agli italiani, allora ci ha pensato Mamma Rai.
La nascita della televisione di Stato
Se c’è da preferire una ricorrenza per festeggiare la nascita della Rai, si potrebbe forse scegliere il 3 gennaio 1954: quello fu l’inizio delle regolari trasmissioni sul Primo Canale, Rai1, ancora in bianco e nero. Alla fine di quell’anno, la televisione – allora sinonimo di Rai – raggiungeva il 58% della popolazione italiana. A pochi anni di distanza, nel 1961, la vedeva già il 97% degli italiani.
Però a dire il vero, il reale compleanno della Rai è il 26 ottobre 1944. Poiché è già da allora che EIAR cambiò il suo nome in RAI, a seguito di un decreto legislativo luogotenenziale con cui la nuova Radio Audizioni Italiane riprendeva il servizio dell’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, nato nel 1924 come Unione radiofonica italiana. Primo direttore: Arturo Carlo Jemolo. Obiettivo: far ripartire la sperimentazione televisiva, dopo le prime trasmissioni di Torino del 1934.
È poi nel 1954 che prende il nome attuale di Rai Radiotelevisione Italiana. Nel novembre 1961 nasce Rai2. A dicembre 1979 Rai3. Nel febbraio 1977 arrivano le trasmissioni a colori. Viene il tempo di Rai Storia, Rai5, e delle altre reti tematiche. Si susseguono programmi e personaggi che fanno la storia di quel mezzo, e un po’ anche di questo popolo. Si avvicendano le tecnologie e le innovazioni. Tanto che oggi Rai Teche conserva un patrimonio di memoria immenso e le trasmissioni Rai si possono guardare anche in streaming su RaiPlay.
Un servizio pubblico
Non va mai dimenticato il ruolo di Servizio Pubblico che attiene alla Rai. Un mandato che viene espressamente stabilito mediante un Contratto di Servizio, con cui vengono indicati obiettivi e indirizzi, parametri di qualità e tipologie di programmi. È una funzione essenziale per la vita del Paese, molto spesso sottovalutata o non tenuta in debita considerazione.
Tra gli obiettivi principali, c’è il “rendere disponibile e comprensibile una pluralità di contenuti, di diversi formati e generi, che rispettino i principi dell’imparzialità, dell’indipendenza e del pluralismo, riferito a tutte le diverse condizioni e opzioni sociali, culturali e politiche, affinché ciascuno possa autonomamente formarsi opinioni e idee e partecipare in modo attivo e consapevole alla vita del Paese, così da garantire l’apprendimento e lo sviluppo del senso critico, civile ed etico della collettività nazionale anche all’estero, nel rispetto del diritto e del dovere di cronaca, della verità dei fatti e del diritto ad essere informati”.
C’è “l’avere cura di raggiungere le diverse componenti della società, prestando attenzione alla sua articolata composizione” e il “promuovere, mediante appositi programmi ed iniziative, la partecipazione alla vita democratica”. Il “veicolare informazioni volte a formare una cultura della legalità, del rispetto della diversità” favorendo rispetto della persona e convivenza civile. C’è l’adozione di “criteri di gestione idonei ad assicurare trasparenza ed efficienza con particolare riguardo all’uso delle risorse pubbliche”.
Programmi “senior”
In quest’ottica, ha ancora più rilievo focalizzare la programmazione che la Rai dedica al suo pubblico di senior. Ad esempio, è il caso di “Le ragazze” condotto da Gloria Guida su Rai3. Un lungo viaggio nella memoria e nella storia italiana dagli anni Quaranta ad oggi, attraverso la testimonianza diretta delle sue protagoniste, già note al pubblico oppure del tutto sconosciute. Dall’ostetrica modenese che ha messo al mondo quasi 8mila bambini a partire dal 1945, ad alcune figure politiche.
Sempre trasmesso su Rai3, in produzione a partire dal 2018, è poi il programma “Non ho l’età”. Un viaggio in Italia alla scoperta dei racconti di coppie dai 70 ai 94 anni d’età, che parlano con entusiasmo e vitalità dei loro amori e del loro vissuto sentimentale.
Oppure ancora, nell’estate 2020, è stata la volta di “C’è tempo per…”, il programma che Rai1 ha voluto dedicare agli over 65. Dove i conduttori Anna Falchi e Beppe Convertini hanno raccontato “chi sono i protagonisti del terzo tempo della vita, una popolazione che in Italia conta 13,8 milioni di persone, secondo i dati Istat. Uomini e donne con tanti sogni e vitalità, nonni preziosi e insostituibili per tante famiglie, pensionati o ancora al lavoro, scrigni di ricordi e tradizioni da riscoprire e condividere.”
Cosa guarda il pubblico senior?
Stando ad alcuni analisti, per capire chi si siede davanti alla tv, bisogna guardare alla fascia di attesa tra il telegiornale e la prima serata ed è lì che dicono spiccare maggiormente la differenza “anziani e resto dell’anziani”. I più giovani su “Striscia la notizia”, la fascia d’età mediana su “Un posto al Sole” e i senior su “Affari tuoi”.
Un dettaglio sul 2018 riportava che gli over 55 rappresentano il 51% dell’intero pubblico televisivo (e il 36% della popolazione). Sottolineando come il 65% del pubblico Rai appartenesse alla fascia di età superiore ai 55anni.
Medesima evidenza già sottolineata in alcuni report datati al 2016. Gli ultra 64enni i più fedeli ascoltatori Rai. “Addirittura l’88,4% di loro guarda i canali della tv di Stato tutti i giorni. Una percentuale che scende al 79,7% per le persone tra i 55 e 64 anni, che scende ancora a 67,8% per quelli tra i 45 e i 54 anni”.
Conferma che viene anche in studi più recenti, che attengono al periodo giugno/settembre 2021. Dal 2016, l’età media degli spettatori cresce da 52 anni a 57 anni. Si allontanano giovani e giovanissimi dalla tv. Unico target d’età a incrementare la visione è quello over 65.
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