Neppure il Covid riesce a fermarli. Introdursi nelle abitazioni resta sempre il loro scopo. La scusa dei truffatori stavolta non è nuova ed è partita già mentre ci trovavamo in piena emergenza Coronavirus. Solo che ora è stata ulteriormente affinata. Per questo è necessario essere ancora più accorti per non cadere nell’inganno del tampone Covid.
Così, è partito un nuovo allerta della Polizia di Stato che descrive la truffa e il profilo del truffatore: «Si presentano con tesserini e divise della Croce rossa, Protezione Civile, aziende sanitarie, impiegati del Comune, e si offrono di eseguire, gratuitamente, il tampone per l’accertamento della positività al Covid-19; in realtà si tratta di truffatori che cercano di introdursi in casa per razziare tutto il denaro e gli oggetti preziosi che trovano».
Le vittime privilegiate sono soprattutto anziani, soli, spesso più vulnerabili e propensi a dare fiducia. La scusa del Coronavirus è stata la più ricorrente. Non sono mancati i casi di finti operatori della Asl o Protezione Civile che hanno tentato di contattare al telefono diverse persone con la scusa di fornire mascherine o finti infermieri presentatisi con la scusa di sanificare i soldi o per offrire farmaci e presidi medici.
L’inganno nell’inganno
I truffatori si presentano alla porta con false tessere di riconoscimento e divise. Queste ultime, a volte, sono frutto di ulteriori furti presso i magazzini dei vari enti. Si fa di tutto infatti pur di far cadere la vittima nella trappola.
Insomma, non bastava il falso incidente al figlio o al nipote, oppure il pagamento di una cauzione per il loro arresto, i falsi tecnici di acqua, luce o gas, il falso idraulico del condominio, assistenti sociali o incaricati dell’Inps, oppure finti inviati a domicilio a riscuotere bollette delle utenze. Ora ci sono anche quelli che si spacciano per personale medico o paramedico allo scopo di effettuare un tampone diagnostico per il Covid.
Non aver paura di denunciare
«Purtroppo questi reati sono molto diffusi, ma il numero delle denunce è decisamente inferiore a quello dei crimini subiti dagli anziani che, spesso, si tengono il segreto e non confessano, nemmeno ai loro cari, ciò che hanno subìto», informa la Polizia di Stato.
Spesso, questo avviene per la vergogna o la paura di essere giudicati. Il consiglio è di «superare questa seconda vittimizzazione e invitare a denunciare, ricordando ai nostri familiari che non sono soli». Quindi mai esitare a chiamare le Forze dell’Ordine: «Per qualunque problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non esitate a chiamare il 113 o il numero unico di emergenza 112 e richiedere l’intervento di una pattuglia». E visto che i truffatori non si prendono mai una vacanza, la Polizia di Stato anche quest’anno rinnova i suoi consigli per difendersi da truffe e raggiri sia in casa che fuori.
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