Ancora una volta il phishing si dimostra l’arma più utilizzata ed efficace per rubare dati. Sfruttando questo periodo di scadenze fiscali, infatti, i criminali informatici hanno avviato un’imponente campagna phishing il cui scopo è sempre lo stesso: indurre le persone ad aprire i messaggi di posta elettronica. Infettando così i computer.
L’e-mail trappola che verrebbe dell’Agenzia delle Entrate
Sembra che la truffa della mail del Coronavirus non sortisca più effetto. Ed allora i criminali informatici si sono inventati una nuova modalità, tirando in ballo persino l’Agenzia delle Entrate.
Sarà che noi italiani siamo ossessionati dalle tasse, ma il trucco pare proprio funzionare. L’email, che ha come oggetto “Il direttore dell’agenzia”, sollecita l’apertura di documenti Office, contenuti di archivi .zip oppure invita a cliccare su un link per verificare che sia tutto a posto nei propri pagamenti online. L’Agenzia delle Entrate ha già messo in guardia da queste e-mail di phishing invitando a non aprirle.
Più siamo on line, più siamo esposti
Come abbiamo già visto, lo scopo del phishing (anche quello tramite mail dell’Agenzia delle Entrate) è ottenere informazioni riservate, credenziali d’accesso o codici dei conti correnti bancari o postali. Un problema che sta crescendo ormai in modo esponenziale.
Circa l’88% degli italiani, infatti, si collega quotidianamente a internet per fare acquisti. Questo produce un giro di affari di circa 14 miliardi di euro al giorno. Soldi a cui i cybercriminali sono molto interessati.
Manteniamo alta la guardia
Dopo il lockdown il desiderio più forte è sicuramente quello di ripartire, ma bisogna andarci cauti. Gli hacker hanno previsto anche questo. Per evitare di finire vittime di una truffa digitale, è bene stare attenti quando si verifica la posta elettronica.
Usiamo quindi software e strumenti antivirus, manteniamo aggiornati sistemi operativi e browser, verifichiamo sui siti ufficiali le informazioni ricevute via mail e non forniamo mai i nostri dati a indirizzi sconosciuti, sospetti o vagamente familiari. Studiamo il contenuto delle mail e diffidiamo da quelle che mostrano un italiano stentato. Soprattutto: non clicchiamo mai su qualsiasi link ci venga inviato.
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