Nel mese di novembre, ad Assisi, si è tenuto il primo Meeting di 50&Più che ha coinvolto tutta la dirigenza dell’Associazione e la struttura organizzativa, in uno scambio di energia.
Tante volte abbiamo ripetuto che 50&Più nasce da un’idea: la convinzione che cambiano le età, le abitudini e i percorsi di vita, ma non deve cambiare per forza la voglia di impegnarsi, di contribuire, di creare; la convinzione che nella vita tutto passa, ma – con la consapevolezza e la volontà – i valori che abbiamo, i progetti in cui ci impegniamo e gli affetti che costruiamo possono essere i punti di riferimento che ne fanno una vita ben spesa. Proprio il nostro Meeting di Assisi ha tentato di mettere a terra queste premesse: abbiamo parlato di progetti, abbiamo parlato di missione dell’associazione, abbiamo parlato di manutenzione della comunità che la nostra missione sottintende. Lo abbiamo fatto in tanti: 275 i partecipanti tra eletti, staff e membri della direzione centrale, che si sono messi in gioco in un’occasione di “socialità operosa”, un momento di confronto, per conoscersi e riconoscersi. Un momento che è stato anche profondamente simbolico, organizzato in uno dei luoghi più simbolici – e spirituali – del nostro straordinario Paese: la città di Assisi, dove si respira un’aria diversa, come se, nella natura umbra, nei ciottoli delle strade e nelle pietre delle tante chiese, fosse rimasta impressa l’impronta delle grandi anime che l’hanno abitata nei secoli. Così in questa piccola cittadina piena di turisti regna un rispettoso, inatteso, silenzio; e dopo soli pochi minuti davanti alle basiliche di San Francesco entra subito nell’animo una quiete particolare, meditativa. Ad Assisi, si sente che non possiamo essere nel mondo per caso. Questi anni, lo sappiamo tutti, hanno segnato una di quelle rare grandi cesure, fratture storiche che si generano con esperienze drammatiche, globali e collettive: prima la pandemia del Covid-19, poi il conflitto in corso, la crisi energetica e quella ambientale, il costo della vita lievitato in pochi mesi. Eppure, proprio nel continuo rincorrersi delle crisi, dobbiamo in qualche modo uscire dalla logica “dell’emergenza continua”, che ci fa consumare in qualche ora notizie e stati d’animo e confonde l’urgente con l’importante. Dobbiamo liberarci di quel “pudore” nel pensare al futuro, viste le angosce e le incertezze che caratterizzano il presente e ancora di più dobbiamo emanciparci dal coltivare una qualche speranza di ritornare al passato, come se quello che abbiamo appena vissuto fosse stata una tragica parentesi. Ma non si può. Noi siamo irrimediabilmente cambiati. E, irrimediabilmente, cari amici, è cambiato il mondo. In meglio, per alcuni aspetti. In peggio, per molti. In entrambi i casi, ne dobbiamo prendere atto e da qui dobbiamo ripartire: dobbiamo ripartire dal senso del nostro stare insieme. E da qui siamo ripartiti anche con il nostro Meeting, i cui risultati (emersi da 10 tavoli tematici che hanno elaborato 66 proposte progettuali) saranno disponibili nei prossimi mesi, ma che potremmo già riassumere in tre parole chiave: appartenenza, competenza e credibilità. Appartenenza, innanzitutto, perché noi sentiamo di appartenere a quello in cui ci identifichiamo. E non c’è sviluppo associativo – non c’è oggi, forse soprattutto oggi – se non si crea una comunità alla quale appartenere. I nuovi strumenti tecnologici, a partire dai social, creano community tante volte effimere e molte altre dispersive, ma proprio in questo mondo disordinato e instabile è ancora più importante creare comunità solide di senso e di azione: come 50&Più. E poi competenza: si dice infatti “FARE associazione”, perché l’associazionismo non è mai teoria, ma è sempre conoscenza praticata, messa in pratica, sperimentata. E quello che trasforma la teoria in pratica sono i legami, le relazioni tra l’associato e l’associazione, tra collaboratori, tra centro e territori, tra organizzazioni. Infine, credibilità, perché tutti sappiamo che c’è bisogno di comunicare, ma che pochi si fermino a riflettere sulla necessità di buona comunicazione. Si dice che oggi non basta essere bravi, bisogna anche farlo sapere. Ma è anche vero il contrario: non basta farlo sapere, bisogna anche essere bravi! La coerenza tra comunicazione e fatti è la prima forma di fiducia che ci lega agli associati. Ed è anche il motivo per cui questa stessa rivista di cui state oggi scorrendo le pagine è tanto importante, anche perché assolve ad un quarto concetto chiave che, trasversalmente, è stato al centro dei pensieri e dei lavori del nostro Meeting: “servizio”, parola umile e antica che significa mettersi a disposizione, appartenere a qualcosa e dedicarsi con tutto se stessi a quella causa; significa servire e non servirsi dell’associazione. «Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova», diceva proprio San Francesco. Così, ritrovandoci nel Meeting di Assisi, abbiamo messo a disposizione la responsabilità tanto più dovuta a qualcosa che è nostro ma che non ci appartiene personalmente; abbiamo dato voce al coraggio che ci deriva proprio dalle grandi storie a cui noi apparteniamo; infine abbiamo messo a disposizione le nostre energie, le nostre facoltà, le nostre speranze, le nostre storie; le storie a cui appartiene il nostro vissuto, a cui appartiene il nostro presente, a cui appartiene il nostro cuore, la storia della 50&Più, a disposizione del futuro del nostro Paese.
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