Dal 18 dicembre sono state presentate circa 563mila domande per ottenere l’Assegno di inclusione o Adi, e di queste l’88% proviene da persone che prima percepivano il Reddito di Cittadinanza.
Il Sole24Ore ha pubblicato i numeri dell’Assegno di Inclusione, evidenziando come quasi la metà dei nuclei familiari che lo hanno richiesto provengano da due sole Regioni: Campania (26,7%) e Sicilia (21,8%). Il 9,6% è invece residente in Puglia, l’8,1% nel Lazio, il 7,7% in Calabria e il 6,2% in Lombardia.
Cos’è l’AdI e a chi è rivolto
L’Assegno di Inclusione è una misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli. Istituita dal Decreto Legge 48/2023, convertito dalla legge 85 del 3 luglio 2023, si compone di due parti: un’integrazione al reddito familiare e un sostegno per i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto registrato.
La somma viene erogata mensilmente sulla carta di pagamento elettronica per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, con la sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi.
Chi ha presentato la domanda con il Patto di attivazione digitale sottoscritto entro il 7 gennaio, riceverà il primo pagamento il 26 dello stesso mese, e i successivi il 27 di ogni mese. Chi ha presentato la domanda entro il 31 gennaio, avrà il primo pagamento dal 15 febbraio, e i successivi il 27 di ogni mese.
Gli importi e i requisiti
L’indennità erogata con la Carta di Inclusione ha un importo massimo di 500 euro al mese, che può essere aumentato in base alla composizione del nucleo familiare di altri 280 euro. Secondo le stime del Ministero del Lavoro, l’importo medio riconosciuto è di 635 euro.
Il nucleo familiare del richiedente deve possedere un Isee non superiore a 9.360 euro, un valore del reddito familiare inferiore alla soglia di 6mila euro annui, un patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini dell’imposta municipale non superiore a 30mila euro, e un patrimonio mobiliare non superiore a 6 mila euro per i nuclei di un solo componente, 8mila euro per i nuclei da due componenti e 10mila euro per tre o più componenti, con una soglia aumentata di mille euro per ogni figlio a partire dal terzo.
L’altra misura di sostegno al reddito: il supporto per la formazione e il lavoro (Sfl)
Per il Supporto per la Formazione e il Lavoro sono state presentate quasi 165 mila domande, e di queste oltre 55 mila sono arrivate da ex percettori del Reddito di cittadinanza. Quelle accolte sono state 68.415. L’età media dei richiedenti è di 43,4 anni; il 37% di chi ha fatto richiesta è un over 50, il 25% ha fra i 41 e i 50 anni, il 19% fra i 31 e i 40, il 17% fra i 21 e i 30 anni. Solo il 2% è un giovane con meno di vent’anni.
L’offerta di lavoro
I posti di lavoro caricati nella piattaforma del sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa sono stati 177.799, i corsi di formazioni offerti 513.687, i progetti socialmente utili 106.972. Gli iscritti hanno manifestato interesse per quasi 3mila offerte di lavoro, 4.390 proposte formative e oltre 1.700 progetti.
Tra le figure più richieste ci sono baby sitter, impiegati amministrativi, addetti alla logistica di magazzino, addetti alle pulizie, colf, operai specializzati, magazzinieri.
Rispetto al profilo dei richiedenti, il 47,1% delle donne ha la licenza media, il 38% il diploma di scuola secondaria superiore e il 7,6% la licenza elementare. Tra gli uomini il 50,9% ha la licenza media, il 36,2% il diploma di scuola secondaria superiore e il 7,1% la licenza elementare.
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