Progetto promosso da Associazione Meraki in collaborazione con Borgo Ragazzi Don Bosco. Il corso, diviso tra teoria e pratica, coinvolge minori stranieri non accompagnati e ragazzi fragili in cerca di opportunità lavorative
Imparano l’arte della panificazione tra teoria e pratica, acquisendo gli strumenti utili a diventare professionisti del settore. Sono minori stranieri non accompagnati, migranti e ragazzi fragili gli studenti del corso promosso dall’Associazione Meraki (Grande Impero) e Borgo Ragazzi Don Bosco, nell’ambito del progetto ‘Inclusione e Tradizione’. L’iniziativa è stata avviata durante lo scorso mese di luglio, presso il Centro di Formazione Professionale al Quarticciolo, periferia a est della Capitale. «Siamo molto soddisfatti quando riusciamo a trasformare la formazione in un’opportunità di lavoro», ha commentato Antonella Rizzato, CEO di Grande Impero.
L’Associazione Meraki – nata recentemente dalla volontà dell’azienda ‘Grande Impero’ di promuovere, tra le altre cose, la cultura del pane autentico, lotta allo spreco e consumom responsabile, progetti di pari opportunità dall’alto valore sociale – incontra l’associazione Borgo Ragazzi Don Bosco che dal 1945, a Roma, si occupa dell’accoglienza di ragazzi fragili. Negli anni, Borgo Ragazzi Don Bosco ha traslocato da via Marsala a via Prenestina, conservando i principi di accoglienza e solidarietà e costruendo per i giovani una casa, una chiesa, campi da pallone, scuole e soprattutto luoghi dove creare relazioni significative. Contemporaneamente, è avvenuto anche l’avvio delle attività presso il Centro di Formazione Professionale. È qui che i giovani imparano l’arte della panificazione. Protagonisti del corso ‘Inclusione e Tradizione’ sono ragazzi prossimi alla maggiore età che seguono un percorso di riscatto con l’obiettivo di inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro e di farlo con una professione in tasca. Il corso, promosso dall’associazione Meraki in collaborazione con l’associazione Borgo Ragazzi Don Bosco, è stato suddiviso in ore di teoria, di lavoro diretto con esercitazioni pratiche e visita nell’azienda e negli stabilimenti di Grande Impero per guardare da vicino il processo di lavorazione. A conclusione delle lezioni, gli aspiranti artigiani del pane avranno appreso nozioni sulla conoscenza dei materiali e sulle norme igieniche/lavorative. I giovani si metteranno, poi, alla prova con la produzione di varie tipologie di pane, da quello all’olio a quello casareccio. Non solo, avranno imparato a sfornare vari prodotti.
«Sono momenti che ci arricchiscono profondamente. Credo – addirittura – che il nostro coinvolgimento emotivo sia anche superiore al coinvolgimento degli stessi partecipanti. La soddisfazione è ancora più grande quando riusciamo a finalizzare il percorso di formazione e concretizzarlo in opportunità di lavoro, integrando i giovani in azienda», ha aggiunto Antonella Rizzato, CEO di Grande Impero. Alle sue parole hanno fatto eco le parole di Gaia Fancello, psicologa del team: «Attraverso questa esperienza, il lavoro diventa un vero e proprio elemento di vita a 360° Si lavora tutti insieme, come un’unica squadra. Mediante la condivisione del lavoro e delle esperienze, si può imparare a conoscere la cultura di altri Paesi. Ai ragazzi raccontiamo la cultura italiana del pane. Questa è un’occasione lavorativa, di confronto e crescita umana».
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