Firenze, l’arte fra le colline: Monte Amiata, paesi sopra il vulcano
A ridosso del Lazio, un antico vulcano conclude la Val d’Orcia: è il Monte Amiata.
Meta sciistica, straordinario polmone verde di boschi fittissimi, sede di passate miniere (mercurio), il luogo ospita ben cinque comuni. Il più grande è Abbadia San Salvatore, sede dall’VIII secolo di una abbazia benedettina che estendeva le sue proprietà fino a Chiusi, Siena, Orvieto e Populonia. Piancastagnaio con l’elegante palazzo Bourbon Del Monte, signori della zona. Santa Fiora, dominata dal “Grande Sasso” e dalla rocca accanto al borgo antico. Arcidosso ancora con un’importante rocca. E, infine, Castel del Piano, con una piazza a conchiglia, simile a quella del Campo a Siena solo che qui il palio si corre con i ciuchi.
E ancora, la zona termale dei Bagni di San Filippo valorizzati dal tempo dei longobardi e citati anche ne “La Mandragola”
Relatore
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Federico Napoli
Storico dell’arte e autore di monografie e di saggi tra i quali “La foresta umana. Giuseppe Gavazzi” (Emmebi, Firenze, 2012), “Artisti del XXI secolo a Sesto Fiorentino” (Masso delle Fate, Signa 2013), “Firenze 1865. Quattro passi nella capitale” (Silvana Editoriale, Milano, 2014), “L’atelier ritrovato. Carlo Adolfo Schlatter 1873-1958” (Il pozzo di Micene, Firenze 2018). Ha curato l’allestimento di opere d’arte contemporanea a Certaldo (1989), nella chiesa di Sant’Egidio a Firenze (2002), nella chiesa di Sant’Andrea Corsini a Montevarchi (2005 e 2006), nella chiesa di San Martino a Vergaio (2006), nel Prato dello Strozzino a Firenze (2011), nonché il Compendio sull’affresco della Via Crucis nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caprese Michelangelo (2009). Collabora con riviste d’arte, organizza mostre e manifestazioni, conduce corsi a tematiche storico-artistiche, svolgendo anche un’intensa attività di conferenziere.