Leggere e rileggere i classici: “Olive Kitteridge” di Elisabeth Strout con Enrico Valenzi
Perché leggere e rileggere i classici: incontri con Enrico Valenzi
I classici letterari sono libri che leggiamo una volta in un periodo della nostra vita e poi continuiamo a ricordarli e a immaginarli ancora nel tempo. Fino a che non sentiamo il desiderio, perfino l’urgenza, di doverli rileggere. Ma perché vogliamo rileggere una storia che sappiamo già come va a finire? Perché le parole che leggiamo in questi libri hanno ogni volta bellezza e valore rinnovati.
In questa nuova stagione, alterneremo un classico del “passato” con uno del “futuro”, cercando sempre di riconoscere in ognuno di loro le proprietà letterarie che lo rendono tale. Di ogni opera scorreremo la prima pagina per sentire in che modo un classico si presenta subito al cuore e alla mente di chi legge. E vedremo insieme le scene indimenticabili di quei libri per coglierne la musica e carpire i segreti dell’arte letteraria.
Perché leggere e rileggere Olive Kitteridge di Elizabeth Strout
Per una volta la presentazione del classico da rileggere parte con ben due domande consecutive. E cioè: può diventare un classico un romanzo fatto di racconti? E questo insieme di racconti può essere un modo per ritrarre una protagonista, Olive Kitteridge, mostrandola anche quando non è al centro della storia e non porta il punto di vista? Ovviamente, se ne parliamo nei nostri incontri, la risposta è sì. Partiamo dalla novità del progetto letterario. Un romanzo fatto di 13 racconti è quasi un’innovazione assoluta. Quasi perché nel 1977 il premio Nobel Alice Munro ha pubblicato il romanzo Chi ti credi di essere composto di 10 capitoli che possono essere letti come racconti autonomi. Ma la potenza letteraria che sviluppano la serie di racconti che compongono l’opera della Strout permette di narrare personaggi e famiglie di una piccola comunità provinciale del Maine (Crosby, è il nome inventato del villaggio). Una realtà frammentata proprio come i racconti che la ospitano e che creano un mosaico fatto di sentimenti accidentali, ricordi parziali, storie che finiscono, famiglie che faticano a stare insieme. E quel mosaico di storie è forse la forma più contemporanea che possa narrare i nostri tempi e le nostre storie complesse. Per questo Olive Kitteridge di Elisabeth Strout dimostra come possa diventare un classico quell’opera che renda universale per i lettori anche la composizione più innovativa.
Conduce: Valerio Urru
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Relatore
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Enrico Valenzi
Fondatore e direttore della scuola di scrittura Omero, la prima scuola di scrittura creativa in Italia dal 1988. Tra i docenti la scuola Omero ha avuto Vincenzo Cerami, Sandro Veronesi, Giancarlo De Cataldo, Lidia Ravera, Francesco Piccolo, ecc. Il nostro allievo più famoso è Gianrico Carofiglio. Enrico Valenzi ha contribuito a introdurre in Italia l’insegnamento della scrittura creativa e ha lavorato con moltissimi scrittori e studiosi, italiani e stranieri. Insegna le tecniche della narrativa presso scuole medie, licei, università. Ha condotto corsi di autobiografia per alcolisti (col finanziamento del Policlinico Umberto I di Roma) e corsi di autobiografia per anziani in collaborazione con i Centri anziani del Primo Municipio di Roma. È fondatore della rivista e della casa editrice “Omero”.