Incontro con l’autore Pupi Avati – L’archivio del diavolo
L’archivio del diavolo (Solferino, pgg. 266) è un thriller-noir a incastri complessi, destinati a svelarsi solo nelle ultime pagine. Omicidi e false piste, ombre inquietanti e ingenuità, trame politiche e vite squallide, si incrociano per disegnare due e più storie parallele. Ambientato a Venezia, Roma e in un piccolo borgo veneto nei primi anni Cinquanta, mescola con sapienza thriller e horror, suggestioni letterarie e superstizione popolare, riferimenti alla realtà del tempo e invenzioni a orologeria. Un archivista investigatore, nobili di provincia, un questore nient’affatto specchiato, carabinieri tremebondi e un abile procuratore si muovono tra le pagine, che tratteggiano anche un romanzo parallelo, dedicato all’autentico mistero della trafugazione del cranio del grande scrittore russo Nikolaj Gogol’.
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Relatore
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Pupi Avati
Pupi Avati è uno dei maestri riconosciuti del cinema italiano. Regista, sceneggiatore e produttore, ha diretto 45 film (tra cui alcuni capolavori come “La casa dalle finestre che ridono”, “Regalo di Natale”, “Bix”, “Magnificat”, “Il figlio più piccolo” e il recentissimo “Lei mi parla ancora” apparso solo su Sky) e diverse miniserie tv. Come autore ha pubblicato l’autobiografia “La grande invenzione” e vari romanzi di successo, tradotti spesso da lui stesso per il grande schermo, come “Il papà di Giovanna” e “Il signor Diavolo”. Avati ha da poco finito la postproduzione di “Dante”, il nuovo film con Sergio Castellitto e Alessandro Sperduti, atteso a settimane sugli schermi.