Firenze. Emozioni all’opera: Cavalleria rusticana
Nel 1890 il compositore livornese Pietro Mascagni vinse con Cavalleria rusticana il concorso per “opera di un unico atto” indetto dall’Editore musicale Sonzogno. Il libretto si basa sull’omonimo racconto di Giovanni Verga, contenuto nella raccolta Vita dei campi.
In un paese della Sicilia Turiddu e Lola sono fidanzati, finché il servizio militare richiama alle armi il giovane. Al suo ritorno Turiddu trova Lola sposata con compare Alfio e per dimenticarla si fidanza con Santuzza. Tuttavia i due riprendono a frequentarsi, approfittando delle assenze del carrettiere Alfio. Santuzza li scopre e in preda alla gelosia avverte del tradimento lo stesso Alfio, che nella domenica di Pasqua sfida Turiddu in duello e lo uccide. Si realizza così la “cavalleria rusticana”, intesa come un codice di comportamento che si rifà ai valori cavallereschi, ma fatto proprio dai contadini della campagna siciliana.
Il brano più noto dell’opera è senza dubbio il celebre Intermezzo, evocativo quanto nostalgico. Insieme a Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Cavalleria rusticana è l’emblema dell’opera verista, di cui passione e sangue sono elementi caratterizzanti.
Relatore
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Edoardo Ballerini
Laureato in Lettere moderne presso l’Università di Firenze e in Discipline musicali (Canto) presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Rinaldo Franci di Siena. Insegna Musica nella scuola secondaria di primo grado. Oltre alla professione di docente, svolge attività concertistica come tenore, spaziando dalla musica barocca a quella contemporanea. Fra i suoi Maestri, i tenori Francisco Araiza, José Carreras e William Matteuzzi.