La riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti dovrebbe partire in forma di sperimentazione nel marzo prossimo.
La riforma per gli anziani non autosufficienti incalza. Nonostante richiedesse un investimento iniziale di 1,3 miliardi di euro per un costo complessivo stimato tra i 5 e i 7 miliardi – che non sono stati previsti nella recente manovra finanziaria – ci sarà comunque la possibilità di avviare il progetto, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato nel mese di marzo dello scorso anno.
L’obiettivo è presentare il Decreto delegato al Consiglio dei Ministri prima della fine del mese. Nel frattempo si punta a individuare quelle iniziative che possano essere avviate senza la necessità di risorse economiche aggiuntive, nel rispetto delle esigenze del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, costituito da 60 organizzazioni che si occupano di cura e tutela degli anziani, che ha collaborato alla stesura della riforma confrontandosi negli ultimi anni con tre diversi Governi.
La situazione attuale e le prospettive future per gli anziani non autosufficienti con la riforma
Ad oggi l’assistenza fornita è suddivisa fra l’ADI, Assistenza domiciliare integrata, e il SAD, Servizio di assistenza domiciliare operato dai Comuni. Secondo il Patto per il nuovo welfare è invece necessario creare un servizio domiciliare specifico per la non autosufficienza, in grado di garantire diversi tipi di prestazioni, dall’assistenza al supporto medico-infermieristico, partendo sempre dalla Valutazione della condizione di non autosufficienza.
Il punto cardine della riforma per l’assistenza dovrà essere la costituzione di un Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa), che funzioni da centro di coordinamento dei diversi soggetti responsabili dell’assistenza a livello comunale, regionale e statale.
Nove aree di intervento
Il Patto per la non autosufficienza ha proposto nove aree di intervento. Tra queste rientrano il potenziamento dei servizi residenziali e il riconoscimento del ruolo dei caregiver familiari, ma anche il principio della maggiorazione crescente dell’assegno di accompagnamento per gli anziani non autosufficienti, in base alle necessità, quando utilizzato per l’acquisto di servizi di assistenza certificati.
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