La denuncia dell’associazione Codici: “Il problema è noto, ma si fa poco per evitarlo e contrastarlo: è uno dei grandi mali dell’assistenza ospedaliera, una delle cause della malasanità”.
Circa il 75% degli anziani over 65 ricoverati in ospedale soffre di ulcere da pressione, altrimenti dette piaghe da decubito. Complessivamente, il problema in Italia interessa circa 2 milioni di persone. La maggior parte di queste ha più di 65 anni e spesso si tratta di pazienti ospedalizzati, ricoverati in reparti di lungodegenza o in regime di assistenza domiciliare. Per l’associazione Codici, è un “problema estremamente serio e grave, che spesso sfocia nella malasanità. Si tratta di una complicazione possibile e rischiosa delle patologie che costringono il paziente a letto o su una sedia a rotelle per lungo tempo”
Sebbene il problema sia noto ed evidenziato da numerosi studi nazionali e internazionali, in Italia si fa ancora troppo poco per prevenirlo. Come spiega Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, il problema delle ulcere da pressioni “è uno dei grandi mali dell’assistenza ospedaliera, una delle cause della malasanità. Bisogna sottolineare un aspetto, che rende ancora più grave la situazione: strutture ed operatori sanitari conoscono benissimo il pericolo rappresentato dalle piaghe da decubito. Ci sono dei protocolli di buone pratiche cliniche che, in maniera chiara e netta, indicano la strada da seguire per un’assistenza efficace. Nonostante tutto questo, si fa ancora poco, ed in alcuni casi purtroppo nulla, per prevenire e curare le piaghe da decubito. Ci sono prassi da seguire dalle prime fasi del ricovero, ci sono dispositivi sanitari da utilizzare come materassi e cuscini, eppure negligenza o superficialità a volte producono casi drammatici. Negli anni, come associazione, abbiamo seguiti diverse storie drammatiche, casi di vera e propria malasanità, che hanno delle conseguenze tragiche per i pazienti ed anche per i loro cari, per chi gli sta vicino”.
Linee guida disattese. “I parenti segnalino”
Dietro la mancata presa in carico del problema, c’è spesso un “rimpallo di competenze – spiega ancora Giacomelli – che sfrutta la carenza di personale come alibi. Non è accettabile. Le responsabilità sono chiare e chiamano in causa tutti i livelli della struttura sanitaria, dai vertici a chi si trova in corsia, perché, lo ripetiamo, quello delle piaghe da decubito è un problema noto. Quando compare una piaga da decubito significa che l’assistenza sanitaria è stata carente o errata”.
I protocolli ci sono: nel 2019 sono state pubblicate le Linee guida internazionali per la prevenzione e il trattamento delle ulcere da pressione, ma ci sono anche le Linee guida europee pubblicate da Epuap, recepite nelle diverse linee guida regionali. Indicazioni pratiche e precise, che però vengono in molti casi disattese. Per questo, l’associazione Codici rinnova l’invito a segnalare. “Lo diciamo soprattutto ai parenti dei pazienti, perché spesso questi ultimi sono persone profondamente segnate nel fisico e nell’animo da queste situazioni. Non ci si deve arrendere. Bisogna combattere l’inefficienza delle strutture sanitarie, pretendendo il rispetto delle pratiche previste per evitare le piaghe da decubito e per curarle quando insorgono. Parliamo del diritto alla salute del paziente, che deve essere garantito e noi ci battiamo per quello”.
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