A Firenze oltre 500 specialisti si sono incontrati al 24° Congresso dell’AIP. Si è parlato anche di Intelligenza Artificiale, terapie e biomarcatori diagnostici per l’Alzheimer, Legge 33, nuovi farmaci e cambiamenti climatici.
In Europa, sempre più anziani soli e depressi: a lanciare l’allarme è l’Associazione italiana di Psicogeriatria, che dall’11 al 13 aprile si è dato appuntamento a Firenze, per il suo 24° Congresso, intitolato “Integrazione e innovazione. Fondamenti del sapere psicogeriatrico”. Oltre 500 specialisti e 145 relatori a confronto, affrontando temi di stringente attualità. Tra questi, quella che il presidente di Aip, Diego De Leo, ha definito “una vera e propria epidemia dei Paesi occidentali: la solitudine cronica. Essa colpisce il 30% degli anziani e il 10% in forma molto severa, che porta a depressione e nei casi più gravi al suicidio”.
In Italia il tasso di solitudine degli anziani è il doppio rispetto alla media dei Paesi europei
L’Italia è uno dei Paesi occidentali in cui il binomio tra anziani e solitudine è più stretto. Lo dimostrano i dati relativi alla solitudine e ai suicidi, che nel 38% dei casi riguardano persone con più di 65 anni, sebbene queste ultime siano poco più del 20% della popolazione. Nei Paesi anglosassoni, i tassi di suicidio in età avanzata sono circa la metà rispetto al nostro Paese. D’altra parte, in Italia il tasso di solitudine degli anziani è il doppio rispetto alla media dei Paesi europei: il 14% non ha nessuno a cui chiedere aiuto, il 12% non ha nessuno a cui raccontare cose personali, a fronte di una media europea del 6,1% (dati Eurostat). La solitudine non è solo un problema sociale, ma anche clinico, essendo associata ad un aumento del rischio di depressione, disturbi del sonno, demenza e malattie cardiovascolari.
“La solitudine – ha dichiarato Marco Trabucchi, past President di AIP – è la peggiore nemica dell’anziano, con conseguenze sul piano della salute somatica oltre che psicologica. Nessuna società civile dovrebbe lasciare le persone non più giovani prive di una rete di supporto, di accompagnamento, di amicizia. È infatti una grave mancanza di rispetto per i singoli cittadini e per la loro storia; inoltre, è un grave spreco sociale non godere della ricchezza potenziale di chi ha grandi esperienze, in molti campi, che potrebbero essere messe a disposizione dei giovani”.
L’ageismo
E poi, è profondamente radicato un pregiudizio culturale nei confronti degli anziani, denominato ageismo: un problema culturale, etico, sociale e anche sanitario. Come ha spiegato il presidente di AIP De Leo: “Gli anziani spesso vengono estromessi da misure di salvaguardia sanitaria, come avvenuto durante la pandemia, quando i posti in terapia intensiva erano destinati ai più giovani. Questa impostazione è stata introiettata dagli anziani stessi, convinti che non possano essere utili alla società né attivi. Occorre ribaltare questo modello”.
Intelligenza artificiale, Alzheimer, farmaci
A Firenze non sono mancate però le buone notizie. Si è parlato, per esempio, di intelligenza artificiale e di come questa possa essere di supporto nella cura degli anziani. Così come si è parlato, ancora, di biomarcatori nella diagnosi delle demenze. Spazio anche alla recente approvazione della Legge 33 e alle misure in questa contenute, o previste. Tra i temi sul tavolo, inoltre, le novità farmacologiche per il controllo di agitazione e delirium. Grande attenzione anche ai cambiamenti climatici e ai loro possibili effetti sulla salute dei più fragili. E poi è stato affrontato il tema della digitalizzazione, che nella popolazione anziana italiana non raggiunge il 65% e talvolta si limita alla capacità di mandare una mail.
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