Grazie alla battaglia legale di “Anziane per il clima” la Corte Europea di Strasburgo condanna la Svizzera per violazione dei diritti umani.
Nel 2016 più di 2000 attiviste di Anziane per il clima Svizzera hanno accusato in tribunale la Confederazione elvetica di aver violato il loro diritto alla vita non riducendo le emissioni per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi, come indicato dall’Accordo di Parigi. La sentenza della Cedu (la Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo), che dà loro ragione, arriva dopo 8 anni, proprio mentre la battaglia sul clima si arroventa. Secondo Copernicus (l’agenzia climatica della Ue), marzo 2024 è stato il più caldo di sempre, con una temperatura media di 14,14°C, più 0,10° del precedente massimo di marzo 2016. Continua, per il decimo mese consecutivo, la sequenza di record climatici al rialzo delle temperature dell’aria e dei mari. Non solo: la temperatura media globale è la più alta mai registrata con un +1,58° negli ultimi 12 mesi.
Le motivazioni dei giudici
I giudici hanno dato ragione alle “Anziane per il clima” ravvisando una violazione dell’articolo 8 della Convenzione per i diritti dell’uomo sul rispetto della vita privata dei cittadini. In aula il presidente dell’Alta Corte, Siofra O’Leary, ha infatti dichiarato che il governo svizzero ha violato il diritto umano alla vita privata e familiare, non riuscendo a mettere in atto politiche nazionali sufficienti per affrontare il cambiamento climatico. Aggiungendo: “Ci sono state mancanze critiche nel processo che doveva permettere di creare un quadro normativo. Inclusa l’incapacità delle autorità di quantificare attraverso un bilancio del carbonio o in altro modo i limiti delle emissioni nazionali di gas serra”.
La tesi dell’accusa
La strategia delle donne, tutte settantenni, si basava in parte sulla loro vulnerabilità – in quanto anziane – al caldo eccessivo causato dal cambiamento climatico. Il fatto che le anziane soffrano particolarmente per le ondate di caldo sempre più frequenti e intense è confermato dai rapporti dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e dell’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (ASSM). Gli studi mostrano infatti che la popolazione anziana femminile svizzera è maggiormente soggetta a problemi di salute legati al caldo come disidratazione, ipertermia, affaticamento, perdita di coscienza, crampi da calore e colpi di calore.
La reazione del governo federale
A chi le accusa di sessismo e particolarismo rispondono di essere consapevoli che anche gli uomini più anziani, le persone malate e i bambini piccoli soffrono di ondate di caldo e altri effetti climatici. Resta il fatto, spiegano, che concentrandosi sulla comprovata particolare suscettibilità delle donne anziane, aumentano le possibilità di successo della causa. Il che in definitiva è positivo per tutti. Ora la Svizzera dovrà versare all’Associazione 80mila euro per le spese legali. L’Ufficio federale di giustizia, che ha rappresentato il governo svizzero in tribunale, ha preso atto della sentenza. Da parte sua il Governo ha affermato di voler analizzare tutte le pagine della sentenza per esaminare quali misure la Svizzera adotterà in futuro.
Un punto di svolta per i diritti dell’uomo
Anche se la vittoria di “Anziane per il clima” riguarda solo la legge svizzera, la decisione contro le mancate politiche di Berna potrebbe innescare un effetto a catena. Per la prima volta, infatti, una sentenza vincolante e non appellabile stabilisce l’obbligo per i Paesi di proteggere i cittadini dagli effetti del cambiamento climatico. I giudici, riconoscendo il diritto alla protezione del clima come un diritto umano, hanno creato un precedente al quale ispirarsi per tutti i casi di controversie climatiche. A Strasburgo avevano presentato ricorso per il mancato rispetto degli Accordi di Parigi, anche un gruppo di giovani portoghesi e l’ex sindaco del Comune francese di Grande-Synthe. Le due istanze sono state rigettate per motivi procedurali: perché non presentate prima davanti a un tribunale nazionale o non avanzate da un gruppo rappresentativo di persone. Come dire, l’unione fa sempre a forza.
© Riproduzione riservata