Da sempre gli essere umani cercano di limitare o mascherare i segni dell’invecchiamento cutaneo. Un tempo, per far apparire la pelle del viso più tesa e luminosa, si faceva ricorso a vari tipi di tossine, piombo, mercurio, arsenico. Con risultati, a lungo andare, drammatici.
Mostrare le rughe o morire giovani?
Scegliere tra un aspetto radioso rischiando persino di morire o mostrare le rughe, è stato per molto tempo il dilemma di tutte le donne. Nel 1500 era famosa, in Europa, la “maschera di gioventù” utilizzata da Elisabetta I a base di biacca. Si trattava in realtà di una polvere di bianco di piombo, sostanza tossica la cui vendita è ormai praticamente proibita.
Un trattamento cosmetico antietà molto popolare negli Stati Uniti agli inizi dell’800 era il Laird’s Bloom of Youth. Era commercializzato come “preparazione cosmetica deliziosa e innocua”, ma conteneva acetato di piombo e carbonato. Le conseguenze? Nausea, mal di testa, atrofia muscolare e, nei casi gravi, persino paralisi. Del resto, l’alternativa più diffusa erano delle famose compresse a base di arsenico.
L’evoluzione della ricerca cosmetica
Oggi la scienza e la ricerca sono alla base dell’evoluzione dell’industria cosmetica, entrambe impegnate nel trovare il segreto dell’eterna giovinezza.
In anni recenti si è cominciato ad usare il termine anti-aging per indicare i prodotti destinati a donne più mature. Una espressione che forse è ormai tempo di abbandonare. La Food and Drug Administration negli Stati Uniti, ad esempio, e il Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria in Italia recentemente hanno emesso alcune sentenze per obbligare le aziende a modificare il linguaggio in merito alla pubblicità di alcuni prodotti. Perché non esiste nulla che possa fermare il tempo.
Anti-age o slow-age?
Le case cosmetiche internazionali infatti preferiscono oggi rimandare al concetto di longevità o di “slow aging”, chiedendo alle donne di affrontare il passaggio del tempo con lentezza e consapevolezza. Ma senza più credere ai “miracoli”. La tendenza è piuttosto quella di assumere una visione a lungo termine. Una visione che tenga conto della cura di sé, considerando l’importanza di fattori ambientali come il sole, l’inquinamento e gli stili di vita, come la dieta e lo stress.
Due tipi di invecchiamento
Del resto l’invecchiamento della pelle è un processo inarrestabile, anche se talvolta reversibile. Tuttavia, mentre gli organi interni invecchiano secondo leggi che prescindono dall’esposizione al sole, l’invecchiamento della pelle subisce anche i danni dovuti proprio a quest’ultimo.
In effetti, la scienza distingue tra cronoinvecchiamento, dovuto all’età – in prevalenza determinato dalla genetica – e fotoinvecchamento. Quest’ultimo causato da fattori esterni, in primis dai raggi solari. Le due tipologie sono state a lungo confuse tra loro, perché il fotoinvecchiamento, da un punto di vista clinico, simula il cronoinvecchiamento e perché in aree come il viso i due fenomeni tendono a sovrapporsi. Attualmente, si preferisce considerare il fotoinvecchiamento un danno specifico indotto dai raggi UV a carico delle cellule cutanee e, come tale, in parte reversibile. Dunque è in questo ambito che scienza e ricerca concentrano i loro sforzi.
I danni del fotoinvecchiamento
Nel fotoinvecchiamento i raggi solari causano una serie di danni, come l’accentuazione delle rughe d’espressione, la comparsa di capillari e l’alterazione della pigmentazione con la diffusione di macchie. Prevenzione, trattamento e mantenimento sono i tre step della cosmetologia per combattere i danni biologici e, soprattutto, quelli ambientali.
Le nuove tendenze delle creme antirughe
Il cosmetico moderno contiene principi attivi, conservanti, antiossidanti e additivi in una formula rigorosamente studiata e testata. Tra gli ingredienti più efficaci delle nuove creme in commercio troviamo l’acido jaluronico, una molecola già presente nel nostro corpo, responsabile di una pelle turgida e luminosa. Poi c’è il retinolo, derivato della vitamina A e la caffeina, un potente antiossidante. Esistono infine trattamenti a base di tè nero, ricco di tannini, vitamina E, in grado di contrastare i danni solari, e vitamina C, considerata come il più potente degli antiossidanti.
Peptidi Biomimetici, una rivoluzione nella cosmetica
Ma il progresso non si ferma. La cosmetica antietà si avvicina sempre più alla medicina rigenerativa, che mira a sostituire o ricostruire i tessuti e le cellule danneggiate.
Si sente parlare sempre più, infatti, di “Peptidi Biomimetici”. Si tratta di sequenze di aminoacidi create artificialmente che mimano l’azione delle proteine naturali della pelle funzionando come pezzi di ricambio delle cellule. Si possono impiegare sia nella prevenzione che nel trattamento, essendo in grado di stimolare il rinnovamento cellulare e di riparare quelle danneggiate. Possono, in definitiva, contribuire ad un aspetto più giovane, favorendo la produzione di collagene ed esercitando un effetto drenante sui tessuti.
Invecchiare senza rughe?
Migliorare l’aspetto del proprio volto, dunque la nostra autostima e – in definitiva – la qualità di vita, è certamente un bisogno. Forse, addirittura una necessità per affrontare al meglio alcune tappe naturali della vita. Ma senza esagerare. Per stare bene è importante ricordare di invecchiare in maniera “frivola”, con leggerezza. Come faceva Anna Magnani, che disse un giorno al suo fotografo: «Mi raccomando, non mi tolga le rughe. Ci ho messo 50 anni per averle!».
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