Anna Maria Girotti Cacciari. Insegnante elementare per trentacinque anni, ora in pensione. Scrittrice di prosa amatoriale, predilige descrivere e raccontare emozioni e sensazioni che riguardano spesso episodi di vita vissuta accompagnando il lettore in questo viaggio immaginario. Vive a Finale Emilia (MO). Partecipa al Concorso 50&Più per la quinta volta.
Sono appena alzata… È l’inizio di gennaio e anche oggi vedo dalla mia finestra una densa nebbia che mi ha tenuto in casa, intirizzita per il freddo, per alcuni giorni. Ora voglio riprendere comunque le mie camminate. Con questo tempo inclemente, le passeggiate più sicure sono nelle stradine che attraversano il paese in mezzo ai diversi “parchetti” per fare un girotondo della mia cittadina. Fuori ci sono in genere solamente poche persone, alcune, come me, fanno il percorso da sole, mentre altre portano a spasso i cani.
Il mio paese si trova nella pianura Padana e il clima non è certo dei migliori. L’umidità ti trapassa le ossa, il tempo in autunno e inverno è spesso piovoso. Uno dei miei rimpianti è il non aver mai vissuto sulla costa, in un ambiente aperto dove poter ampliare lo sguardo verso l’orizzonte, dove restare abbagliata dal riverbero del sole sull’acqua, dove respirare la brezza marina e sentire il caldo che mi penetra nel corpo. Ma sono ancora qui, come sempre, e dalla mia finestra non riesco a scorgere nemmeno la casa di fronte…
Nel pomeriggio, sempre con la nebbia fitta, decido di uscire e dopo 500 metri, arrivo nel primo parco, nella zona del seminario. Non c’è nessuno, ma d’un tratto, dal nulla, appare un cagnolino libero, senza guinzaglio, che mi si avvicina festoso. Non sono preoccupata, lo accarezzo e lui agita la coda, drizza le orecchie e mi guarda come per parlarmi, mentre lo sfioro ancora sulla testina. È decisamente amichevole, mi gira attorno annusandomi e abbaiando allegramente per giocare. Improvvisamente, dalla nebbia si materializza un signore anziano stretto in un cappotto pesante, con sciarpa, cappello ed un guinzaglio in mano e preoccupato mi dice:
– Mi dispiace, il mio cane quando è libero va alla ricerca di una simpatica compagnia… è dispiaciuta?
Tranquilla rispondo: – No, io amo gli animali, non ho paura dei cani che incontro, difficilmente mi abbaiano contro e il suo mi sembra molto simpatico.
– Vuole un cane anche per sé? È una cosa positiva, glielo assicuro!
– No, non ho la casa adatta ad un cane, non ho spazio esterno. Ho avuto per 15 anni una gattina: “Mimì”. Quando è morta, mi sono davvero molto addolorata, era una di famiglia. Sa, non l’avevo mai fatta uscire di casa, perché in centro città, sulla strada è pericoloso… Comunque, non avrò più animali.
– Immagino il suo dispiacere per la perdita di Mimì. Sono certo che ci saranno altri pensieri, gioie, progetti che l’accompagnano durante le sue camminate.
– Certamente, ho molta immaginazione. Amo il caldo e vorrei essere in un ambiente diverso, in buona compagnia, impegnata in tante attività interessanti…
– Ho capito, senta… io la posso aiutare a realizzare questa necessità!
Guardo questo signore con un misto di stupore e divertimento, indecisa su come replicare, poi aggiungo: – Ne sarei contentissima, ma…
– Non si preoccupi – aggiunge lo sconosciuto chiarendosi subito – io non sono adatto per lei. Esco solo col mio cane “Asso” e ogni tanto dialogo in modo confidenziale con qualcuno che piace anche al mio compagno, proprio come ora…
– Sono contenta di parlare con lei! Con questo nebbione si rischia di perdersi e in quel caso si è soli soli e ancora più tristi nel non riuscire a vedere nulla intorno.
– Come le dicevo, ho qualcosa che la può aiutare…
Incuriosita mi avvicino per vedere meglio cosa tiene in mano.
– Vede queste tre caramelline colorate? La prima ha la carta verde, questa è rossa, infine ce n’è una blu.
Me le mostra come fossero un tesoro… effettivamente sono piccole come mentine, ma incartate.
Lo guardo divertita e dico: – Ma come si possono prendere? Si tratta forse di una cura?
Risponde con un sorriso: – In realtà io le mangio per far star bene la mia gola e migliorare l’alito. Ma lei potrebbe prenderle più avanti, quando viene un po’ più caldo e c’è più passeggio in giro… ma non solo qui, anche nelle feste paesane o nelle gite.
Sono un po’ perplessa, sto per chiedere spiegazioni sull’azione di queste misteriose caramelline, ma il signore si affretta ad aggiungere: – La prima è la verde perché è un simbolo di speranza. Nel momento in cui la assaggia potrebbe incontrare una persona simpatica, come desidera lei. Potreste trovarvi reciprocamente interessanti e così rivedervi e svolgere attività che amate entrambi.
Sto al gioco: – La seconda caramellina allora a cosa serve?
Sono curiosa, trovo l’argomento divertente e guardo ridendo il mio interlocutore.
Lui pure allo stesso modo mi fissa e aggiunge: – È la rossa… frequentandovi potrebbe nascere un sentimento, potreste innamorarvi. Pensi che anche questo elemento fa parte della vita di tante persone di ogni età.
– È vero, della gente più fortunata però… non di tutti. Ma la terza caramellina? Fa finire la storia e lasciare un bel ricordo?
– No, la terza è la blu, fa scegliere il nuovo ambiente dove andare a vivere assieme o a trascorrere una bella vacanza estiva o invernale. Dove il freddo può essere ancora più di adesso. Mi sono convinto però che a lei piace molto il mare e preferirebbe questa destinazione…
– Certo, è bellissima questa ipotesi ed eccita la mia fantasia.
Intanto accarezzo Asso, che poi si allontana e sparisce nella nebbia.
Sistemo meglio la borsina che tengo sulla spalla, con dentro tutte le cose necessarie, e in quel momento suona il telefono. Lo cerco, rovistando tra chiavi, occhiali e rossetto… Non lo trovo mai al primo colpo! Quando finalmente l’ho in mano e rispondo, ormai è passato troppo tempo e la chiamata si interrompe. Mi rassegno e penso che chiunque fosse, sicuramente proverà a richiamarmi più tardi.
Cerco con lo sguardo il signore per scusarmi dell’interruzione ma non c’è più, pure lui come il suo cane sembra sparito nella nebbia. Mi guardo un po’ attorno ma di loro nessuna traccia. Allora penso che la mia fantasia e la mia immaginazione si siano prese gioco di me solo per passare il tempo.
Ho attraversato il primo parchetto, continuerò il cammino da sola come sempre e avrò almeno altri 5 chilometri. Che desolazione! Mi metto in tasca la mano sinistra per cercare un fazzoletto e sento qualcosa di strano… sembrano tre caramelle, le tiro fuori e vedo i tre colori: verde, rosso, blu.
Allora è tutto vero, tutto vero quello che è successo!!!
Penso subito che un altro giorno potrei incontrare quel vecchietto così simpatico col suo cagnolino sensitivo o potrebbe essere proprio Asso a trovarmi. Poi dovrei farmi spiegare meglio la terapia delle caramelle ed essere convinta della loro azione straordinaria. Davvero potrebbero aiutarmi a trovare compagnia? A visitare nuove località?
Forse hanno già fatto effetto…
Le stringo nella mano e mi vengono le lacrime di commozione al pensiero che la vita, in fondo, prosegue con le speranze…