Proprio 50 anni fa scompariva Anna Magnani, iconica interprete del cinema italiano e pioniera dei tempi, grazie al suo anticonformismo e all’affermazione di libertà.
Il 26 settembre 1973, a 65 anni, moriva in una clinica romana Anna Magnani. “Vorrei essere un albero, dritto e forte fino a quando muore. Ne ho uno nel mio giardino al Circeo, stava morendo. Allora ho fatto una grande buca tutto intorno facendo scorrere l’acqua finché non è rinverdito. L’uomo ha dimenticato di vedere queste cose, ma se non torna alla natura non si salva”.
Così raccontava in un’intervista del 1967 il suo rapporto con la vecchiaia. Aggiungendo: “A me fanno tenerezza i bambini, i vecchi e gli animali perché sono indifesi”. Questo suo commuoversi davanti a chi è abbandonato è stata per tutta la vita una costante del suo relazionarsi col mondo. Come l’anticonformismo e l’affermazione di libertà.
Anticipatrice dei tempi
Con la sua natura dalle mille sfaccettature, l’attrice che dava vita a personaggi popolari e tradizionali in privato era raffinata e indipendente. “La sua modernità di allora è la quotidianità di oggi”, ricorda l’unico figlio Luca, avuto con un uomo di 8 anni più giovane. Uno scandalo, per i tempi, come già il rapporto tormentato con il regista Goffredo Alessandrini.
Anna non rincorreva il cliché femminile della bellezza stereotipata di allora, con i suoi capelli scuri sempre scompigliati, il sorriso irregolare e “quel naso”, che in molti le facevano notare. Un profilo forte, come la sua personalità, che ha colpito persino papa Francesco. Lo scorso anno infatti il Pontefice – proprio in relazione al tema della invecchiamento e contro il mito dell’eterna giovinezza – ha citato la celebre frase che l’attrice rivolse al suo truccatore: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. C’ho messo una vita a farmele!”.
Il valore della libertà femminile
Il suo Archivio è ricco di aneddoti e storie sulla carriera e la vita privata. Si scopre così che Anna era anche sceneggiatrice di talento. Sua in Bellissima è l’idea della scena in cui – sulla panchina della stazione Termini con la bambina in braccio – grida nel vuoto “Aiuto!”. Del resto per l’Oscar come prima attrice non americana (con La Rosa Tatuata, nel 1956) aveva messo a frutto il talento acquisito in anni di Accademia e di teatro. Con determinazione, senza un produttore o un marito alle spalle.
Le sue interpretazioni le hanno valso nel 1961 la Mimosa d’oro dell’Udi, l’Unione Donne Italiane. Riconoscimento destinato alle donne che hanno contribuito con l’esempio e con le opere all’emancipazione femminile. Nell’occasione dichiarò: “Sono proprio contenta che si siano accorti che io recito anche per aiutare le donne ad essere più libere”. Come lei stessa ha sempre voluto essere.
“A” come ageismo
Dopo tanti trionfi arrivarono anche momenti di amarezza. Ci fu la volta in cui scelse di portare a teatro il dissacrante Ritorno a casa di Harold Pinter. Il regista Franco Enriquez le chiuse la porta in faccia perché la protagonista, Ruth, aveva 30 anni. “Tutto può essere opinabile ma non al punto di affidare quella parte ad una Anna Magnani ormai più che sessantenne”, dichiarò.
Lei, sentendosi vittima di una volgarità gratuita, rispose affermando che il pubblico ama alcune attrici per il talento e la personalità. Non per l’aderenza anagrafica ai personaggi che interpretano. Un tema attuale, affrontato in prima linea da molte star, non ultima Maggie Gyllenhaal. L’attrice ha infatti denunciato di essere stata esclusa da un film importante a 37 anni, perché considerata “troppo vecchia” per interpretare l’amante di un 55enne.
Presto un biopic su “Nannarella”
È il 12 aprile 1961, l’astronauta Yuri Gagarin in orbita nello Spazio, sorprende tutti con una frase in diretta: “Saluto la fraternità degli uomini, il mondo delle arti e Anna Magnani”. E come una stella “Nannarella” continua a brillare nel firmamento del cinema e in chi la ricorda come una donna straordinariamente fuori dagli schemi.
È di questi giorni la notizia che a marzo 2024 inizieranno le riprese di un film biografico. La produzione è affidata a RAI Cinema ma a ottobre partirà anche una campagna pubblica di crowdfunding su Kickstarter. Anna era nata nel 1908, ma la data di nascita sul passaporto era stata “misteriosamente” coperta da una macchia. Una volta disse: “Al momento giusto mi ritirerò, credo sia uno spettacolo malinconico vedere un’artista invecchiata che si ostina a calcare le scene”. Al suo funerale, tra personalità pubbliche e stelle del cinema, una folla immensa di gente comune l’ha salutata con un lungo applauso, il primo nella storia.
(Foto apertura: Ronald Grant / Mary Evans / AGF)
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