Nel nostro Paese l’Iva per le prestazioni veterinarie e il cibo per animali è tra le più alte d’Europa: al 22%, come per i “beni di lusso”. Inoltre, i farmaci veterinari costano fino a dieci volte di più dei farmaci a uso umano, nonostante il principio attivo sia spesso lo stesso.
Un prezzo elevato, quello dei farmaci veterinari, che rende difficile l’accesso alle terapie, in particolare per tutti quegli animali affetti da patologie croniche. Come se non bastasse, le spese veterinarie sono rimborsabili solo in piccola parte. Il massimo detraibile è, infatti, di appena 73,59 euro, indipendentemente dal numero di animali presenti in casa.
Parte da questa serie di considerazioni la richiesta al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco perchè “vengano introdotte con urgenza misure economiche che possano facilitare la convivenza con gli animali familiari e contrastare così, abbandoni e randagismo”. Una preoccupazione viva soprattutto in vista del periodo estivo. Con le riaperture generalizzate e la ritrovata voglia da parte degli italiani di vacanze e svago, dopo un periodo durissimo, rischia di trasformarsi in una occasione di abbandono degli animali domestici.
Animal Social Bonus e Quattrozampe Social Card
In particolare, la Lav (Lega anti vivisezione), promotrice dell’iniziativa, chiede al governo di prevedere, tra le misure di sostegno, un “Animal Social Bonus” in cibo e cure veterinarie per l’emergenza Covid-19. Un fondo destinato alle persone che vivono con un cane o un gatto e che sia differenziato per fasce di reddito. Una forma di sostegno annuale per le persone indigenti che vivono con uno o più cani o gatti iscritte in anagrafe.
Tra le altre richieste c’è quella dell’introduzione di una “Quattrozampe Social Card” per l’adozione di un animale prelevato da un canile o da un gattile. Un incentivo pari ad un valore di 1.000 euro (cifra inferiore a un anno di mantenimento di un animale in un canile a spese del Comune) per chi decide di adottare e ha un reddito fino a 55 mila euro. Mentre ammonterebbe a 500 euro per adottanti con redditi oltre i 55 mila euro. Della durata di un anno, il bonus sarebbe da spendere per l’alimentazione dell’animale e per le cure veterinarie.
Animali: non sono un bene di lusso
Tra le altre richieste ci sono, inoltre, quelle di un aumento della quota detraibile dalla denuncia dei redditi per cure e farmaci veterinari, l’abbassamento dell’Iva su cibo e cure per animali, equiparandola all’Iva sui servizi essenziali umani e un abbassamento dei prezzi dei farmaci veterinari generici, con la possibilità di acquistarli per singole unità posologiche o blister e il riconoscimento dell’uso del farmaco umano equivalente.
«Gli animali fanno parte di una famiglia e, durante il lockdown, in tanti lo hanno capito e apprezzato. Non possono essere considerati un lusso» – spiegano i promotori della richiesta pro-animali domestici – «Tanto più quelli adottati dai rifugi facendo risparmiare i Comuni». A supporto di questa tesi, parlano anche i dati. Secondo un recente studio, infatti, il 36,4% degli italiani ha scelto di non acquistare un animale, ma di adottanrlo presso una struttura di ricovero (19,3%) o per strada (17,1%). Alimentazione e cura degli animali “rientrano ormai di fatto tra i bisogni essenziali delle famiglie”. Il 63,4% degli italiani afferma infatti di spendere per l’animale di famiglia tra 31 e 100 euro ogni mese.
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