Il mercato europeo per l’accessibilità ha un potenziale di circa 80 miliardi di euro. Il turismo inclusivo, al centro di un convegno a Montecitorio, conviene a famiglie con persone disabili, tour operator e professionisti del settore
In Italia, secondo l’Istat, le persone con disabilità sono circa tre milioni. Di queste quasi un milione e mezzo hanno un’età superiore ai 75 anni. Per loro il problema di ‘dove’ andare in vacanza, è qualcosa con cui fare i conti ogni giorno. E non nel senso di individuare una meta gradita: essere turisti con gli stessi diritti degli altri, trovare mete adatte alla loro condizione è complesso. Se non impossibile.
Di questo si è parlato a giugno durante il convegno Il turismo inclusivo come fattore di crescita, presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio, alla presenza di istituzioni, associazioni di settore ed esperti. In un paese come il nostro che – ironia della sorte – vive soprattutto di attività turistica, c’è un cortocircuito: gli indicatori relativi alle destinazioni che valutano i livelli di inclusione risultano ancora troppo bassi. Eppure, un incremento del turismo ‘inclusivo’, capace di creare cioè pari opportunità per persone con disabilità, potrebbe rivelarsi la soluzione e allo stesso tempo convenire a tutti: promuovere l’accesso a chi finora è stato emarginato da un turismo ‘possibile’ produrrebbe redditi e occupazione. Sino ad ora, il mercato si è uniformato ad un solo segmento di popolazione, quello in grado di superare le eventuali difficoltà di accesso. Lavorare invece sulle barriere, visibili e invisibili, e sulla formazione degli operatori porterebbe un aumento del flusso turistico, oltre ad una crescita dei benefici economici. C’è persino chi, come l’Università del Surrey, ha stimato il potenziale del mercato europeo per l’accessibilità: si parla di un bacino di 133 milioni di turisti che genererebbe un movimento economico di circa 80 miliardi di euro. Lavorare su una maggiore accessibilità e usabilità dei luoghi, insomma, conviene sia dal punto di vista umano che economico.
Garantire l’accesso a tutti non è solo ripensare i luoghi del turismo. Parte del lavoro è anche accrescere responsabilità e consapevolezza degli operatori turistici, con la premessa che conviene anche a loro diventare quanto più accessibili e inclusivi. Purtroppo, in Italia sono soltanto 45 i comuni che possono fregiarsi della Bandiera Lilla, titolo che viene conferito a quei comuni che prestano particolare attenzione al target turistico della disabilità. Ed anche questo è un dato che fa riflettere sull’insufficienza di offerta nel settore, mentre il Codice Mondiale di Etica del Turismo dell’Unwto (United Nations World Tourism Organization) sancisce il diritto di tutti a un turismo senza alcun ostacolo. Le persone con una qualche disabilità fisica, intellettiva o sensoriale sarebbero circa 500 milioni nel mondo: è necessario quindi costruire un futuro in cui l’inclusione sia una norma e non un’eccezione.
Tra gli ospiti del convegno anche Roberta Pirone – in carrozzina- e Massimo Fiori, fondatori di Ruote a Spasso, Associazione di Promozione Sociale nata per migliorare l’accessibilità dei luoghi e sensibilizzare sul tema del turismo inclusivo. Un progetto “nel quale hanno creduto e continuano a credere sempre più persone” e il cui motto, Never give up (Non mollare mai, ndr), racchiude i loro valori: tenacia, fiducia, positività e coraggio. Quella che per loro è un’esperienza nata per amore dei viaggi, col tempo si è trasformata in una missione: far vedere tutto ciò che una persona con disabilità può fare. Dagli spostamenti in auto e in aereo, grazie all’acquisto di un camper, entrambi sono passati a vedere luoghi inaspettati. Poi è arrivata la pagina Facebook, non tanto per raccontare i viaggi, quanto per dare informazioni utili corredando di tips sull’accessibilità tutti gli host visitati. Un’esperienza social che ha un grande successo, dato che oggi conta oltre 3.300 followers, e che fa il paio con un altro progetto: lo sviluppo di una mappa dell’accessibilità e dell’usabilità dei luoghi, uno strumento fruibile e semplice basato su Google Maps.
Spostarsi in autonomia è un aspetto fondamentale per chi ha familiari con disabilità. Un bisogno su cui Ester Bordino, presidente di Assocamp – la più grande rete in Italia per la tutela e la divulgazione della cultura del Turismo all’Aria Aperta, realtà legata a Confcommercio – è tornata, sottolineando le potenzialità dei camper, che una volta attrezzati permettono di spostarsi, dormire, cucinare con agio in tali situazioni. Da anni l’Assocamp, attiva anche nel sociale, combatte perché siano compresi nella Legge 104 che consente di acquistare alle persone con disabilità un’auto o un furgone con l’Iva ridotta al 4%. Per tante famiglie sarebbe l’unico modo per far viaggiare in sicurezza i propri cari, portando con sé l’attrezzatura necessaria e una sorta di ambiente domestico.
Grazie ad AppenniniForAll, Mirko Cipollone ha unito tensione al volontariato e turismo. Attraverso questa realtà di cui è direttore, ha attivato da tre anni un tour operator inclusivo nell’entroterra abruzzese, offrendo escursioni in montagna con pacchetti che prevendono strutture accessibili, esperienze sensoriali e guide esperte in lingua dei segni. In meno di tre anni ha portato circa 70 persone con disabilità motoria in montagna, promosso la visita di comuni montani, scalato il Monte Velino – la terza vetta più alta degli Appennini -, fatto tutto il Cammino dei Briganti con persone con diversi tipi di disabilità. Un’esperienza che dimostra come il turismo inclusivo faccia bene a tutti e aguzzi l’ingegno, proprio come nel caso di Claudia Sonego, vicepresidente Disway Tour, realtà di guide turistiche specializzate nel turismo accessibile. Disway, il cui nome nasce dall’espressione This way (Da questa parte, ndr) usata dalle guide, grazie ai suoi operatori si propone di narrare il patrimonio culturale alle persone con disabilità motoria, sensoriale, cognitiva.
Il prossimo anno, in occasione del Giubileo, sono previste a Roma sei milioni di persone con disabilità secondo dati Cei. La disabilità comporta sfide quotidiane spesso invisibili agli occhi di tutti. Servono un cambio di passo e una maggiore sensibilità, proprio ciò che ci si aspetta dal prossimo G7 – Inclusione e disabilità, che l’Italia ospiterà dal 14 al 16 ottobre, un incontro tra i vari ministri internazionali che si occupano del tema per discutere sulla condizione delle persone disabili.
© Riproduzione riservata