Ormai lo sappiamo: per mitigare la diffusione del Covid-19 dobbiamo mantenere la giusta distanza. Anche, purtroppo, dai nostri affetti più cari. Perché tutti possono ammalarsi.
L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha confermato che l’età media è scesa a 48 anni. Ma ci dice anche che le persone più colpite risultano essere gli anziani e che in presenza di patologie croniche possono sviluppare forme gravi di Covid-19. Già dopo i 65 anni più della metà delle persone convive con una o più malattie croniche e questa quota aumenta con l’età fino a interessare i tre quarti degli ultra 85enni.
Quali sono gli strumenti a tutela delle persone più avanti con gli anni? Impedire loro di uscire di casa, isolarli? «Non è l’opinione del nostro Governo», ha affermato il ministro Roberto Speranza intervistato da Lucia Annunziata nel corso di Mezz’ora in più in onda su Rai3 la scorsa domenica 8 novembre.
Basta rispettare le regole
Intanto, basterebbe rispettare le regole e le raccomandazioni contenute nell’ultimo Dpcm sulle visite ai parenti, che non significa necessariamente “parenti anziani”. Basterebbe rispondere all’appello delle Istituzioni e a quello accorato del Ministro della Salute: «Dobbiamo ridurre drasticamente le relazioni sociali. Perché quello che fa la differenza, come è avvenuto a marzo e ad aprile scorso, è sempre il comportamento individuale. Il virus corre dappertutto e stare in zona gialla, non significa stare in una zona verde, in un porto sicuro. Le difficoltà ci sono in tutti i territori».
La domanda che tutti si fanno: è possibile portare i nipoti dai nonni?
Lo è, ma solo in caso di emergenza. «È possibile ma fortemente sconsigliato, perché gli anziani sono tra le categorie più esposte al contagio da Covid-19 e devono quindi evitare il più possibile i contatti con altre persone. Pertanto, questo spostamento è ammesso solo in caso di estrema necessità, se entrambi i genitori sono impossibilitati a tenere i figli con sé per ragioni di forza maggiore. In tale caso i genitori possono accompagnare i bambini dai nonni, percorrendo il tragitto strettamente necessario per raggiungerli e recarsi sul luogo di lavoro, oppure per andare a riprendere i bambini al ritorno. Ove possibile, è assolutamente da preferire che i figli rimangano a casa con uno dei due genitori che usufruiscono di modalità di lavoro agile o di congedi».
Questa è la risposta contenuta nella sezione delle domande più frequenti (Faq) sulle disposizioni del Dpcm del 3 novembre. Ed è la risposta valida per tutte le fasce di rischio, gialla, arancione e verde.
La distanza di questi tempi è una necessaria forma di amore e protezione. Proprio come ricorda questo video dell’Istituto Superiore di Sanità rivolto ai nonni e agli anziani così preziosi.
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