Gli amministratori di sostegno svolgono un ruolo cruciale nel garantire i diritti e le tutele delle persone anziane e fragili. Occorre individuare le competenze, riconoscere la professionalità e definire il compenso. La proposta dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati alla Commissione Giustizia della Camera.
Una figura preziosa, ma poco riconosciuta, valorizzata, tutelata dalla legge: parliamo dell’amministratore di sostegno. Come ausiliare del Giudice, ha il compito di tutelare e difendere i diritti delle persone vulnerabili (disabili e anziani, principalmente). Per questo, l’Aiga – Associazione Italiana Giovani Avvocati – ha inviato ai Capigruppo della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati una proposta di legge.
Una figura chiave nel sostegno alle persone
L’obiettivo è definire e valorizzare il ruolo di questa professione, anche alla luce dell’impegno che questa richiede: “Generalmente si tratta di incarichi che occupano un arco temporale piuttosto esteso (mediamente, una decina di anni, salvo decesso del beneficiario o revoca – ipotesi molto rara) – si legge nella Relazione Illustrativa – e che ricomprendono l’ascolto delle esigenze e delle questioni personali del beneficiario, la risoluzione di questioni tecnico giuridiche, oltre lo svolgimento di attività e responsabilità di rilievo”.
“Si rischia una progressiva carenza di professionisti disposti ad accettare tale ufficio”
Nella proposta di legge si chiede innanzitutto la puntuale individuazione delle attività di competenza dell’amministratore di sostegno. Fondamentale anche il riconoscimento della natura professionale (non volontaristica) della sua attività e quindi di un compenso adeguato. Si chiede poi l’applicazione della normativa che regola il Patrocinio a spese dello Stato.
“Laddove la nomina dell’Amministratore di Sostegno ricada su figure esterne all’ambito familiare o istituzionale, scegliendole in appositi elenchi di professionisti in materie giuridiche o economiche, l’istituto non può più essere di natura socio-assistenziale e di mera gratuità”, afferma il Presidente Nazionale di AIGA, Carlo Foglieni. “In tale prospettiva il tempo e le risorse impiegate nella gestione dell’incarico ricevuto non possono in alcuna misura essere ritenuti congruamente retribuiti mediante la corresponsione di un’indennità annuale, liquidata dal Giudice Tutelare solo in presenza di disponibilità sufficienti nel patrimonio dell’amministrato ed in via forfettaria, in assenza di precisi riferimenti normativi. È evidente la lesione della dignità professionale dei soggetti incaricati e il legislatore non può più ignorare il problema, pena il rischio di una progressiva e cronica carenza di professionisti disposti ad accettare tale fondamentale ufficio”.
Serve adeguare la normativa alla realtà
Come si legge nel testo della Relazione Illustrativa, obiettivo della proposta è “adeguare la normativa alla realtà fattuale e di assicurare ai predetti professionisti la giusta tutela, attraverso un adeguato contemperamento dei rispettivi interessi ed esigenze: garantire adeguato sostegno ai soggetti più deboli, senza pregiudizio per la dignità professionale dei nominati amministratori di sostegno, nel pieno rispetto dei princìpi cardine individuati dalla Costituzione”.
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